Lo specchio del nonno – 4

Primo giorno – parte 4

La professoressa chiama alla lavagna un alunno che si comporta da saputello antipatico, divertendosi ogni volta che, alla fine di ogni esercizio, gli alunni sono invitati a dire il proprio risultato. La maggioranza degli alunni ha risultati non corretti, sia per il primo compito che per il secondo. Quando è il turno di Aldo, i risultati risultano ambedue esatti. Avverte un forte il desiderio di rivolgere qualche commento al compagno antipatico ma poi decide di non mettersi troppo in mostra. Dopo la correzione, l’insegnante passa per i banchi a vidimare i compiti, quando sigla i suoi, rivolta verso l’alunno che era ancora alla lavagna, impegnato a pulirla con il cassino, dice: – Assemaloc hai una rivale, Orim è anche più veloce di te nei passaggi.

Che soddisfazione! Odla si alza in piedi e caccia “sonoramente” la lingua al compagno. Lui non è potuto intervenire, la reazione tipicamente femminile è stata troppo immediata. Comunque la condivide in pieno.

La professoressa sottovoce gli dice: – Perché non sali in piedi sulla sedia, come stamattina?

Gli insegnanti di quella scuola sono molto bravi, attenti ma principalmente ironici. La lezione poi diventa priva di interesse. È solo un’esercitazione in classe sui problemi simili a quelli fatti a casa, causa il basso numero di risultati esatti raggiunti.

Quando suona il motivetto per la fine dell’ora, gli alunni si alzano in piedi per uscire. Oilitta lo prende a braccetto e lo conduce fuori. Dopo l’ingresso C, quello della palestra, entrano in un vestibolo di un self-service, lo capisce dal viavai di alunni con vassoi vuoti e pieni. Anche lui e l’amica si armano di vassoio e si avvicinano al banco distribuzione.

I piatti sono già pronti e quando diminuiscono sono subito ricollocati dagli addetti alla cucina. Sono disponibili due primi: zuppa di verdure e pasta al sugo. Aldo prende la coppetta con la zuppa, essendo in campagna doveva essere naturale e buona. Oilitta, invece sceglie la pasta, dicendo che la verdura sua madre la cucina sempre per cena. La scelta delle altre pietanze è uguale per le due amiche: cotoletta e patate, succo di frutta e un piccolo pasticcino con crema.

Trovati due posti vicini, iniziano il pranzo. Oilitta gli dice di fare presto a mangiare così dopo possono cercare Onavi, per “digerire” insieme. Lui nota che il linguaggio adoperato dall’amica è spesso allegro. Per non deluderla mangia velocemente. Tutto ha un buon sapore, il succo di frutta è una spremuta d’uva dolce e squisita. Finiscono presto, mettono a posto i vassoi e cercano Onavi. Non la trovano.

Uscite dal self-service, la vedono fuori che sta ancora consumando il suo pasto seduta su una panchina, dalle parti del parcheggio bici. È seduta tra due maschi e parla con uno dei due. Oilitta si avvicina piano all’amica senza farsi vedere e, quando è alle sue spalle, si abbassa e si mette a origliare.

Odla rimane in disparte per osservare la scena. Onavi, distratta dal parlare, non si accorge della spia fino a quando Oilitta, divertita da qualche parola sentita, comincia a ridere clamorosamente. Onavi si gira, guarda l’amica che ridendo si è seduta per terra, e senza scomporsi la prende per i capelli e, ridendo anche lei, le si butta addosso come una lottatrice. La mette schiena a terra facendo finta di schiaffeggiarla. La maggiore prestanza fisica di Onavi non permette all’amica di togliersi dalla scomoda posizione. I due ragazzi partecipano al gioco incitando e applaudendo la dominatrice dell’incontro. Oilitta sta allo scherzo e recitando grida: – Aiuto, aiuto! Odla salvami da questa furia, vuole distruggere il mio bel viso.

– Eccomi, sei salva. Ora intrecciamo queste belle trecce –dice lui, mentre prende delicatamente le trecce di Onavi facendo finta di annodarle.

– Ah no! Le trecce proprio no. Mi arrendo. Due avversarie sono troppe –dice la ragazza lasciando libera l’amica.

Le due fanciulle si alzano, i ragazzi si allontanarono ridendo. Aldo si sofferma un attimo a osservare Onavi. È un poco più alta di lui ed è anche già più donna, i fianchi ben pronunciati e ha il seno già ben sviluppato. Ecco perché stava con i due ragazzi. Per approfondire l’argomento chiede:

–  Allora cosa hai scoperto origliando. Occhiverdi è corteggiata dai maschietti?

–  Ma che dici!? Vuoi imitare Oilitta con le sue battute sceme? – risponde Onavi

–  Non darla retta, oggi Odla è molto strana, sembra fuori di testa. Si è fissata con i tuoi occhi verdi, anche in classe l’ha detto.

Onavi replica: – Lascia stare gli occhi! Ma il fatto dei maschietti come le viene in testa? Corteggiata? Cosa vuol dire? Forza Odlaconfessa cosa significa.

 – Niente. È una mia invenzione – risponde lui, ma comincia a preoccuparsi, decisamente l’adattamento è piuttosto difficile. Non riesce a capire perché alle ragazze sono sembrate così strane le sue parole.

Le sue amiche cominciano a ridere, guardando la sua faccia preoccupata, poi Onavi la prende a braccetto: – Dai non ti preoccupare troppo, capita a tutti di parlare senza pensare. Tu inventi termini difficili a capire. Se veramente ti interessa quello che dicevo con il mio compagno, te lo posso anche dire. Litigavamo sulla lezione di geografia perché lui insisteva che l’oceano Pacifico è più è piccolo del Mediterraneo, che ignorante.

Suona la sirena per rientrare in classe, salutano Onavi e si avviano verso l’aula, questa volta lui prende a braccetto Oilitta. È meglio imitare tutto quello che fanno le sue amiche.

Quando è seduta al suo posto, prende dalla cartella il diario per vedere in quale giorno avrebbero fatto geografia. Nell’orario geografia non figura proprio. Cerca allora la materia di quell’ora. Che giorno della settimana è? Neanche questo sa, ma è facile a scoprirlo. La giornata era cominciata con Italiano, già pensa ma era italiano? Sulla grammatica c’è scritto solo grammatica e, poi nel diario non c’è mai scritto italiano. La parola abbastanza ricorrente è Lingua. Ma è in Italia? Matematica c’è, Ginnastica anche. E poi vi sono tante altre materie: Grafica disegnata, Arte visiva, Letteratura, Laboratorio I, Laboratorio II, Teatro, Attività e una proprio incomprensibile chiamata Eliottica.

Non riesce a capire il giorno della settimana distratto dalle materie, anche perché inizia la lezione di Arte visiva.

L’insegnante è maschio, giovane con i capelli rossicci. Tre alunni prendono, da un armadietto a muro, delle scatole di legno e degli album da disegno che distribuiscono all’intera classe.

La scatola, che Aldo subito apre appena consegnata, contiene una completa attrezzatura per il disegno che va da semplici matite colorate a colori in tubetto, oltre a pennelli, squadrette, curvilinee, forbici, spilli, colla, strisce di carta colorata un’attrezzatura d’artista pensa.

Mentre osserva il contenuto della scatola, segue anche quello che avviene in classe, consapevole dei vari equivoci avvenuti per sua distrazione nelle altre ore di lezione. Vede altri alunni distribuire cartoncini che l’insegnante aveva portato in classe, in una cartella rossa

Il suo elaborato è incomprensibile, lo guarda con attenzione per cercare di capire.

Una superficie disegnata a matita e ripetuta per centinaia di volte, una sull’altra con tante macchioline di colore rosso.

Vede i suoi compagni già all’opera, tutti impegnati a colorare velocemente, vorrebbe chiedere alla compagna ma subito cancella il pensiero di chiedere, deve assolutamente cavarsela da solo.

Guardando con attenzione si accorge che le macchioline rosse non sono altro che le superfici piccole, ricavate dall’intersezione della superficie ripetuta. Si accorge anche che il colore rosso è stato messo con una matita colorata e che le superfici piccole da colorare sono ancora tante. Presa dalla scatola la matita rossa corrispondente, inizia a colorare con gran lena.

Si accorge anche che alcuni alunni si recavano dall’insegnante con l’elaborato, forse per chiedere consigli ma lui non aveva consigli da chiedere. “navigava” in piena solitudine, senza meta. Oilitta si gira e ridendo ad alta voce dice: – Ma Odla! Quanti papaveri fai? Sono troppi! Tra poco li farai salire in cielo. – rivolta verso il professore – Professore, Orim ha troppi papaveri.

Il professore lascia di osservare l’elaborato che un’alunna gli aveva portato, alza gli occhi, guarda Odla e dice: – Orim, fa vedere. Mostrami il tuo disegno da lontano.

Aldo, timoroso, alza l’elaborato lo mostra al professore che esclama: – Brava. Ora sono veramente tutti in cielo, come dice Isamer. Gira sottosopra quel foglio.

Aldo subito gira il foglio pensando papaveri … cielo, ma allora Il disegno aveva un senso compiuto, per lui era arte astratta.

Il professore commenta: –Veramente i papaveri sono un po’ troppi. Sembra più una coltivazione specifica di papaveri. Ora dedicati alla campagna.

Va bene professore, grazie del consiglio. –poi sottovoce chiede a Oilitta Fammi vedere il tuo come sta venendo?

L’amica gli tende il proprio disegno, lui lo prende, lo guarda con attenzione: – Bellissimo, il tuo viene proprio bene. Come sei brava in arte.

L’amica gradisce molto il complimento, sorride e, con gli occhi lucidi di gioia, gli invia un bacio con la bocca. Aldo ha notato nel disegno di Oilitta che altri due colori sono stati aggiunti al rosso dei papaveri: un verde chiaro e un verde più scuro. Con questi due colori Oilitta ha colorato le superfici, sempre formati dall’intersezione, più grandi e quelle medie, cioè quelle né grandi né piccole. Il disegno dell’amica è molto incompleto, la maggioranza delle superfici è ancora bianca. Oilitta ha fatto delle prove in alcune parti, per quello lui è riuscito a capire la tecnica. Comincia a capire bene anche concettualmente, quando un’alunna chiede al professore quali tre colori lui consigliava per il cielo.

Gli è tutto chiaro quando il professore risponde:

fffffffffffffffffffffffffffffffffffff

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