Serapo e Nettuno – 13

Serapo: – Dolce Seopra. La venuta di Serapide ti porterà grandi cose, tutte noi sappiamo e vediamo in te una futura sacerdotessa. Sono felice e orgogliosa della tua amicizia. Ma non essere triste se ci vediamo e ci parliamo poco, sai bene che anche da lontano il nostro bene è forte.

– Hai ragione, in realtà non sono triste. Anzi sono molto felice. Le nostre anime innamorate sono lontane e si lasciano trasportare dalla corrente marina. La tua rincorre un “serpente”, la mia una sirena. Forse è proprio per questo che, quando siamo vicine, non abbiamo bisogno di parole. Le nostre anime amorose sono lontane ma, per il segreto che custodiamo insieme, come amiche siamo ancora più vicine.

 Mentre parla, Seopra prende le mani dell’amica e le stringe, Serapo chiude gli occhi e, seguendo il dire di Seopra, immagina Nettuno a cavallo del serpente. Anche Seopra ha un pensiero nella mente: Sette giorni. Sarai felice e sola. Sono passati altri quattro giorni, sono tre i giorni che le rimangono. Pensa di dirlo all’amica, ma subito ci rinuncia. Perché turbare un momento così bello.

Come ha detto Sira “… poco o molto è sempre un istante temporale”.Anche lei ne è convinta. La sirena ha ragione anche per il resto che ha detto, infatti tra tre giorni Seopra non potrà lasciare il tempio. Le giovani vestali più impegnate alloggeranno, giorno e notte, nella parte più alta del tempio riservata agli ospiti, insieme al seguito della dea.

Serapide non verrà da sola, il suo seguito è composto da dodici sacerdotesse greche, ventiquattro vestali persiane e dodici guardiani egiziani di scorta.

Alcuni rituali, in particolare quello del mattino, inizieranno proprio nella parte alta del tempio, molto prima del sorgere del sole, quando il cielo è ancora stellato.

Seopra conosce bene tutti i festeggiamenti e le modifiche dei rituali, è stata istruita dalla sacerdotessa più anziana perché, per le doti che ha mostrato, dovrà presiedere in prima fila alcuni di questi rituali. Sarà anche istruttrice nonché responsabile di tutto il gruppo delle vestali che sono state preparate nel tempio sotterraneo. Tutti questi pensieri affollano la mente di Seopra e non si accorge che Serapo, incuriosita dal suo silenzio e dalla sua immobilità, la guarda sorridendo.

Improvvisamente due grandi occhi verdi si “affacciano” tra i suoi pensieri e la fanno tornare alla realtà, sorride all’amica e le dice: – Non preoccuparti se ti sembravo in catarsi, la mia mente è piena dell’organizzazione del tempio. Mi hanno dato tante informazioni che, per non dimenticarle, spesso sono costretta a ripeterle mentalmente.

– Grandi compiti attendono alla mia piccola grande amica. Il tuo avvenire di sacerdotessa ti coinvolge sempre più, vedo che il tuo compito ti piace e, credo, che ti rallegra anche.

– Sì. È così. Il mio unico rammarico è che non potremo andare sulla spiaggia, le mattine che Serapide sarà al tempio, per tutto il da fare che avremo.

– Per te sarà impossibile, sarai tutto il giorno occupata, e anche una parte della notte. Io no, non sarò impegnata come te e, anche se sarà difficile, tenterò lo stesso di raggiungere il mio diletto.

Il suono del gong, come al solito, interrompe le confidenze delle due amiche che, tenendosi per mano, si dirigono verso il patio, dove si prepareranno per il rituale del tramonto.

Quando la mattina successiva arrivano alla spiaggia, il cielo è molto illuminato dalla luna. Seopra guarda la luna e dice: – Che luna! Allora sarà vero che, quando viene Serapide, la luna è più brillante del solito, l’ha detto la sacerdotessa del tempio sotterraneo.

– Sì. È proprio così. Ma ancora non è luminosa, vedrai come diventerà. Serapide verrà al plenilunio e partirà al novilunio, per tutto il tempo che risiederà nel tempio, la luna sarà molto brillante. Ci sarà anche un altro fenomeno che non ti svelo per fartelo godere come sorpresa.

– Stamattina siamo arrivate molto presto Ci facciamo un bagno notturno? Ti ricordi? L’abbiamo fatto solo una volta, il primo giorno che sono venuta.

– Certo che mi ricordo. – Dice Serapo e aggiunge: – Ti vuoi anche spogliare, come allora?

– Sì, da allora non ho più fatto il bagno nuda.

Posate le tuniche sul solo scoglio della spiaggia, si lanciano a mare, sono molto più coraggiose e fiduciose delle proprie capacità natatorie, rispetto ai primi timidi bagni marini. Ma, in realtà, non sono molto esperte, infatti Serapo, mentre tenta un tuffo per prendere l’amica a sorpresa, va sott’acqua e beve un grosso sorso di acqua; le viene da tossire e, per reazione, grosse lacrime scendono per il suo viso. Seopra ride a squarciagola, poi la prende tra le braccia, la stende sull’acqua e la consola carezzandola.  Serapo si riprende facilmente e si abbandona, contenta tra le braccia dell’amica. Dopo un poco si accorge che le carezze di Seopra sono molto intense e morbose, vorrebbe resistere per curiosità ma, prima che la sua pelle cominci a fremere, si stacca dall’amica e tirandole i capelli le dice:

 – Ma che fai? Sei diventata molto esperta. La nostra amica Sira ti ha insegnato proprio bene.

– Proprio non ti piace? Sei ancora timidina? Come diceva Sira. Non ci credo.

– Mi piace ancora, ma non ora! Arriverei troppo “stranita” dal mio amore.

– Va bene, ti capisco. Ma ricorda: io ho due amiche preferite Serapo e Sira.

– Amica? Ma se di Sira non mi racconti mai niente, è tutto un segreto che ti tieni per te.  Sono quasi gelosa,dice Serapo fingendo ma l’amica non capisce e cerca di giustificarsi.

– Ma non ti nascondo niente. Sira è un’amica come te. Sei tu che sogni il tuo amore e sei … – poi si accorge che Serapo la guarda divertita e aggiunge: – Sei la solita burlona, e io “scema” ci casco sempre. Ora esci subito dall’acqua, altrimenti, vedi cosa ti faccio!

Aiuto, aiuto… pietà, –urla Serapo fuggendo, inseguita da Seopra che le lancia prima acqua e poi, quando sono sulla spiaggia, sabbia. Raggiunta l’amica, la prende per i capelli, Serapo si ferma, si guardano e ridendo si abbracciano, rotolandosi insieme fino a ritornare in acqua. Qui si aiutano, l’un l’altra, a togliersi dalla pelle la sabbia, con l’acqua del mare ridendo e divertendosi. Questa volta è Serapo che, approfittando dell’aiuto “manesco”, prova carezze più audaci. Appena Seopra se ne accorge, imitando la voce e la cadenza dell’amica, scrollandosi e facendo finta di fuggire dice: – Che fai? No, no! Tra poco viene Sira, come faccio? Vado da lei così … turbata!

– Hai ragione, amore mio, ora facciamo le brave bambine, vieni, dammi la mano che tra poco arriveranno i nostri amanti.

Ritornano a riva, si rimettono le tuniche e sedute sullo scoglio della spiaggia, scrutano il mare che comincia a schiarirsi là dove l’aurora scolora il cielo blu della notte.

Non passa molto tempo che all’orizzonte compare, in un vortice di flutti, il serpente con in groppa il suo signore.

Le due amiche si separano, si salutano con un veloce bacio sulla bocca, Serapo si avvicina alla zona della caverna, Seopra scende in mare. Il serpente porta Nettuno fin sulla spiaggia, Seopra dall’acqua vede il serpente così vicino e, sempre un poco spaventata, malgrado le parole di Sira rassicuranti, si nasconde nell’acqua, cercando di stare più ferma possibile. Il serpente ritorna in mare allontanandosi, senza vedere, o ignorando, la fanciulla tremante. E Sira? Pensa Seopra, dov’è? Perché non è insieme a Nettuno? Si gira a guardare Serapo, già abbracciata al dio, vorrebbe chiedere di Sira, ma non trova il coraggio. Serapo e Nettuno salgono sulla roccia, raggiungono la caverna, spariscono all’interno. Sira non arriva. Seopra è molto triste, si allontana dalla riva e prova a nuotare, pensa di andare in contro alla sirena.  La fanciulla galleggia sull’acqua, ma quanto a nuotare proprio non riesce, è ferma sempre allo stesso posto, muove le mani e i piedi ma in maniera scoordinata. Improvvisamente si sente prendere da sott’acqua, e portata in alto. Urla spaventata, poi si accorge che é Sira e questa volta urla di gioia.

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