A giorni alterni Seopra si accompagna all’amica Serapo, la sua passione per Sira si è
incrementata. Certo la loro passione è più semplice, ma non meno intensa.
Sira, per la prima volta nella sua esistenza, ha impostato il rapporto con la fanciulla come una amicizia tra adolescenti, senza forzare il legame verso la passione. Le carezze i baci sono sempre a livello di tenero gioco, intervallate da vero gioco con le onde, con gli animali marini e con tutto quello che capita sotto la loro attenzione.
Alcune mattine, distese sullo scoglio che Nettuno non frequenta più, guardano le stelle e cercano di individuare le costellazioni ma la loro conoscenza del cielo è minima e allora, divertendosi molto, cercano di inventarsele con riferimenti alla loro realtà del momento. Così nascono le costellazioni della “caverna”, quella di “Serapo”, quella di “Nettuno” e quelle più particolari come “Seopra abbracciata alla Sirena”, “La sacerdotessa che tira i capelli a Serapo, per prendersi le stelle”, “Nettuno che sculaccia Serapo perché lo tradisce con un gamberetto” e tante altre.

Nel tempio sotterraneo, la seconda luna è dedicata alle nuove attività, le prove del fuoco e dell’acqua sono terminate, così come quelle del legno e del metallo. I risultati sono stati abbastanza differenziati, la maggioranza delle fanciulle ha conseguito risultati validi per restare nel tempio come vestale, le poche, i cui risultati non sono stati considerati validi, rimarranno nel tempio con compiti più servili. Solo Seopra e un’altra fanciulla hanno superato le prove in maniera brillante, esse saranno le future sacerdotesse. Solo le nuove attività, nella durata della seconda luna, determineranno il livello raggiunto in maniera definitiva. Le nuove prove, quelle degli oracoli e della chiaroveggenza, possono mettere in evidenza doti personali innate, per cui i risultati delle prime prove possono anche essere ribaltati. L’iniziazione a queste prove è la capacità alla concentrazione prima e alla meditazione dopo.

Le prime esercitazioni della “seconda luna”, prima degli oracoli e della chiaroveggenza, si svolgono in maniera collettiva in un’altra parte del tempio sotterraneo, più vicino alla superficie. Le caverne di questa zona sono strette e lunghe con un’apertura circolare verso il cielo.
La prima caverna per la chiaroveggenza ha, lungo un lato, dipinti ispirati alla vita di Serapide, dal lato opposto troneggia una statua di giada, della stessa divinità. Le fanciulle, indossate lunghe tuniche e altri capi colorati, con il capo coperto prendono posto lungo i lati su tappeti rossi, con le gambe incrociate.
Due sacerdotesse si stagliano sull’ingresso della caverna e assistono da lontano allo svolgersi delle esercitazioni.
L’atmosfera è molto mistica, le fanciulle quando sono in meditazione, nella loro mente vi è il “silenzio” di tutte le sensazioni, da quelle corporee a quelle spazio-temporale. Gli occhi delle fanciulle sono aperti, ma il loro sguardo è vuoto.
Quando la meditazione raggiunge profondità compaiono, lungo lo spazio centrale e di fronte agli occhi delle vestali, alcune sfere di fuoco con raggi luminosi bianchi. Al culmine della meditazione anche davanti alla statua di Serapide compare una sfera simile, ma molto più brillante.
Questo risultato è frutto anche delle continue meditazioni che le vestali eseguono, da molto tempo, nel tempio principale; la differenza è che le sfere non compaiono, ma sono sostituite dal fuoco sacro e le fanciulle sono sedute in circolo.

Nell’altra caverna, le fanciulle vengono istruite per interpretare gli oracoli. Anche questa caverna è lunga e stretta, le vestali partecipano a piccoli gruppi, composti da tre fanciulle, con la presenza di due sacerdotesse anziane e alcuni uomini, venuti dalla vicina città. I serapei, che pongono le domande, sono seduti, su cuscini, di fronte alle vestali, le due sacerdotesse tra le vestali stesse.
L’andamento del fuoco sacro, posto al centro, dovuto al movimento e al calore delle mani delle officianti, aiuta a determinare l’oracolo. Le due sacerdotesse danno la prima interpretazione, le vestali, a turno la ripetono e cercano di approfondirla.
Nel pomeriggio saranno le vestali, una alla volta, ad interpretare l’oracolo. Le sacerdotesse, scelto quello giusto, l’approfondiranno spiegandone anche i vari parametri interpretativi.
Anche nel tempio principale, nelle ultime settimane prima della venuta di Serapide, i rituali sono leggermente cambiati, non tanto come cerimoniale ma come coreografia. Le tuniche indossate dalle vestali sono molto più decorate e appariscenti, i movimenti di danza, poi, sono più complessi. Questi preparativi sono molto più laboriosi e stancanti, ma l’entusiasmo per la venuta della dea e il ricordo dei festeggiamenti degli anni precedenti, sempre vivo nell’animo delle vestali, fa superare qualsiasi difficoltà con allegria e gioia.

Quella mattina Seopra era piuttosto taciturna, Sira, sdraiata vicino a lei sullo scoglio, se ne accorge ma non chiede nulla. La giovane non tace per qualche motivo particolare, ma solo perché, con gli occhi puntati su una stella lontana, cerca un segno del proprio destino. Dalla sua bocca, appena dischiusa, escono delle sottili parole, quasi un gorgoglio che sembra far eco al fruscio del mare che s’insinua tra piccole insenature, alla base dello scoglio. La sirena non distingue le parole dal fruscio, ma intuisce qualcosa e, cercata la mano di Seopra, la stringe dolcemente. Seopra tace. Allora Sira, sottovoce, le chiede:
– Cosa hai? Dolce amica mia. Sei qui vicino, ma ti sento tanto lontana.
– Si. È vero. Sono stata su quella stella. A chiedere del mio destino.
– Veramente! Hai già raggiunto queste capacità celestiali?
– No. In verità ho solo pensato di esserci. Sono tra le “brave” del tempio, ma le mie possibilità sono ancora minime.
– Mi è sembrato di sentire qualcosa ma non ho capito se dalle tue labbra o dal mare. Tu hai sentito?
– Non ho sentito, l’ho detto! Io guardavo la stella, la mia bocca ha detto: “Sette giorni. Sarai felice e sola”.
– È cosa significa? Cosa vuol dire?
– Cosa significa non lo so! – Le risponde Seopra, girandosi verso lei e, preso il viso di Sira tra le mani, aggiunge: – Cosa vuol dire, amica cara. Lo dice: “Sette giorni”. Tra sette giorni verrà la dea Serapide. “Sarai felice”. Anche questo è chiaro, come vestale prescelta già lo sono. “e sola”, questo sembra più difficile da capire. Sarò sola, io sola vuol dire sola anche un’altra. Non dimenticarti di me. Io ti avrò sempre nel mio cuore. Se ho capito bene, questo vuol dire.
– Nulla di umano è eterno, poco o molto è sempre un “istante temporale”. Una sacerdotessa non avrà tempo libero, come una vestale. Io lo so, la mia Seopra è predestinata a grandi cose.
– Una settimana? È sia. Ma di grande felicità. – Risponde Seopra, abbracciando forte la sirena.

La felicità cosciente di Seopra le permette un controllo positivo della sua esistenza, la felicità trasognata di Serapo invece, per il troppo allontanamento dalla realtà, non le permette un distacco totale tra i vari ruoli e, come conseguenza, una vita spensierata nei suoi aspetti.
Mancano solo tre giorni per la venuta di Serapide, tutti attendono con gioia ma anche con trepidazione l’evento, infatti la presenza della dea nel tempio porta momenti di alta religiosità e di festa, ma anche un resoconto delle attività del tempio e della preparazione delle vestali.
Le vestali più anziane sono le più tranquille per la consapevolezza della loro giusta collocazione del ruolo, infatti hanno compiti stabili, dipendenti dal loro grado gerarchico, che non cambieranno con la venuta della divinità.
Le vestali anziane, riunite tutte le abitanti del tempio nel patio più grande, si occupano di stabilire l’andamento dei festeggiamenti per la venuta di Serapide. Ogni fanciulla avrà ruoli precisi che vanno dallo spargere fiori all’arrivo del corteo ad accogliere lo stesso con fiaccole accese dai terrazzi al di sopra dell’ingresso del tempio.
Le fanciulle sono tutte pronte al confronto con Serapide, ma sono consapevoli che il loro futuro dipenderà dalle scelte della dea, sempre in base alla loro preparazione, alla loro devozione e allo sviluppo delle abilità mentali. In realtà, la selezione è già stata operata nella preparazione nel tempio sotterraneo, dove la graduatoria, anche se non ufficializzata, è chiara a tutte le fanciulle.

Le prime, come Seopra, per questa consapevolezza, sono sicure del raggiungimento di cariche importanti, le ultime, quelle che hanno superato in parte le prove, sono anch’esse consapevole dei ruoli semplici a loro destinati.
La maggioranza delle fanciulle sono destinate alla scelta diretta della dea, che valuterà la loro evoluzione come vestali officianti o accudenti, sono proprio queste fanciulle che attendono con ansia il loro destino. Tutte le fanciulle avranno un futuro nel tempio per la loro devozione.
Serapo, già destinata a un futuro di sacerdotessa nella precedente venuta di Serapide, non attende con reale commozione e gioia la sua conferma a sacerdotessa. Il suo comportamento nel tempio è esemplare ma solo in apparenza, nei suoi pensieri l’amore occupa un posto molto importante. Seopra è l’unica a essere consapevole dello stato della sua amica Serapo, lo intuisce ma ne ha anche conferma nei momenti che le due amiche trascorrono insieme. Un pomeriggio, prima del rito del tramonto, le due amiche si incontrano e, dopo un lungo abbraccio silenzioso, Seopra dice: – Amica mia, come stai? Ci vediamo così poco, solo alcune mattine prima dell’alba, quando di corsa e in silenzio andiamo verso la spiaggia; rari pomeriggi, come oggi, con poco tempo per tutti i preparativi nel tempio.

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