L’altro lato (illustrato)

Ancora un racconto del cassetto, corretto e illustrato

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Giorgio aveva avuto uno strano comportamento fin dalla nascita. Quando la madre si avvicinava alla culla o lo chiamava, lui si girava dall’altra parte. Dal medico di famiglia all’illustre primario, il difetto non era stato curato per le incognite cause. Le “sentenze” erano state varie ma tutte smentite dalle successive analisi.

Strabismo: si sa che spesso molti neonati sembrano averlo e che guarisce crescendo.

Difficoltà di udito: avvicinava l’orecchio dal quale sentiva meglio.

Autismo: il soggetto si estraniava per non essere disturbato nel suo mondo … e tante altre ipotesi, secondo la specializzazione medica degli esperti analisti.

Immagine 1

Nei primi mesi di vita, finché rimase quasi immobile, non fu cosciente del suo particolare stato. Appena iniziò a muoversi e a spostarsi nel lettino intuì, a sue spese, che qualcosa di strano succedeva. Quando era al centro del lettino riusciva facilmente a raggiungere, a gattoni, la parte periferica. Il problema era evidente quando dalla parte periferica voleva ritornare al centro. Iniziava a dare “cozzate” sulla sponda legnosa del lettino.

Poi si abituò: il centro era sempre dall’altro lato.

Diventò talmente bravo che quando, più grandicello, pedalando il triciclo vedeva un ostacolo a destra,  istintivamente girava a sinistra. L’adattamento era stato semplice perché gli altri parametri visivi, come la profondità di campo e la messa a fuoco non erano compromessi.

Immagine 2

Da ragazzo, Giorgio riusciva anche a divertirsi quando guardandosi nello specchio, pensava di essere l’unico forse in tutto il mondo, la cui immagine non era riflessa. Alzava la mano destra e anche l’immagine faceva altrettanto, alzava la destra. Quando poi tendeva il dito per toccare lo specchio, il fenomeno appariva in tutta la sua deforme realtà. La mano destra, quando entrava nel campo visivo nello specchio, appariva come mano sinistra.

Immagine 3

Anche al liceo aveva dovuto adattarsi, era stato facile perché il  cervello ormai invertiva tutti gli impulsi di movimento rispetto alla visione oculare,  come  fosse programmato. Quando scriveva nessuno se ne accorgeva  ma lui si sentiva un arabo: vedeva lo scritto che si formava, sotto ai suoi occhi, da destra verso sinistra.

 

Immagine 4

 

Giorgio non parlò mai a nessuno della sua visione invertita.

All’età di trent’anni la sua vita si svolgeva regolarmente. Aveva conseguito la laurea in legge e trovato un buon posto presso lo studio di un avvocato. Non aveva avuto nemmeno difficoltà a conseguire la patente e guidava tranquillo nel traffico cittadino la sua fiammante spider  Tanto preso dalla sua esistenza di “normalità” dimenticava spesso il suo difetto.

Un giorno di sciopero dei trasporti urbani, uscendo da casa, trovò una ragazza che si lamentava perché non poteva raggiungere l’università. Era il giorno della sua laurea. Giulio le offrì un passaggio. Durante il tragitto iniziò un’amicizia che si concluse con il fidanzamento tra il giovane avvocato e la giovane dottoressa in medicina.

Immagine 5

Qualche mese prima del matrimonio, confidò alla futura moglie il suo difetto e la sua istintiva normalizzazione.

Fu così che iniziarono i guai.

La sua ragazza in un primo momento non volle credergli,  anzi pensò che fosse uno scherzo. Quando riuscì a convincerla, la fidanzata  pretese analisi e studio del difetto.

Per Giorgio cominciò la processione  tra vari studi specialistici e consulti vari. Visite approfondite dallo psichiatra, dal neurologo e da professori universitari esperti in comportamento.  Analisi specialistiche come la Tac, encefalogrammo e analisi del globo oculare riempirono la sua vita per mesi.

Alla fine fu ipotizzata e poi definita la sua anomalia. Il difetto era del nervo ottico che non invertiva le immagini orizzontali.

Data la situazione tragica, il matrimonio fu rimandato.

La microchirurgia, già a quel tempo, era molto progredita. Perché non tentare una operazione?

E operazione fu.

Immagine 6

All’inizio sembrava che tutto andasse bene, la destra era la destra e la sinistra era la sinistra. Ma un giorno la sua mente si confuse e iniziò di nuovo a invertire le immagini, a giorni alterni.

La prima cosa che fece Giorgio, si liberò della fidanzata, causa implicita della nuova situazione peggiore di quella infantile.

Immagine 7

Quando fu di nuovo “scapolo”, decise di sopravvivere in qualche modo. La mattina, appena sveglio, si specchiava. Alzava la mano destra e, secondo l’immagine dello specchio, la giornata era di destra o di sinistra. Quasi fosse un politico titubante.

Così visse sempre con la speranza che il cambiamento non avvenisse tragicamente durante il corso della giornata.Immagine 8

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