Poi lentamente, sempre stringendo le mani all’amica, piega le ginocchia, a bocca aperta immerge la testa sott’acqua. Quando è sott’acqua soffia l’aria con la bocca, riemergendo. Ripete per tre volte poi guarda l’amica e le dice: – Prova tu. È facile. L’acqua, se non respiri, non entra.
Seopra, la guarda poco convinta, poi tenta ma scende poco sott’acqua, solo con la bocca, soffia forte e uno spruzzo di acqua raggiunge il viso di Serapo che, prima sbigottita poi divertita, così risponde all’amica: –Ma che fai? Ti diverti a bagnarmi? Riprova. Ma scendi molto più giù, io non ti lascio le mani.
– Tranquilla? – Facile a dire. Io ho paura dell’acqua. Ma voglio riprovare, mantienimi forte.
– Prendi l’aria prima di scendere, mi raccomando con calma.
Seopra riprova, ma anche questa volta c’è qualcosa che non va, prende tanta aria che ancora prima di immergersi comincia a soffiare, poi scende molto e si trova senz’aria, esce di scatto perde l’equilibrio, travolge Serapo e insieme cadono sott’acqua, si abbracciano. Quando escono Serapo si preoccupa per l’amica, ma la trova sorridente. L’esperienza è stata positiva, Seopra è uscita indenne dall’acqua, stringe Serapo le dice: – Con te è tutto bello, amica mia.
– Allora riprova, ma respira piano e non tentare di affogarmi.
– Certo che riprovo, ma con te vicino.
Ancora abbracciata all’amica, piegando le ginocchia la porta giù, sottacqua. Poi affiorano, prendono fiato ed ancora vanno giù. Ripetono per molte volte il movimento, e ogni volta Seopra appare più sicura e tranquilla. Allora Serapo pensa di riprovare la lezione di nuoto e fa distendere l’amica sull’acqua dicendole: – Hai visto che sott’acqua non c’è pericolo, dai riprova a galleggiare. Devi però stendere le braccia, altrimenti la prova non riesce bene.

Seopra, stringe le mani all’amica e questa volta, con molto più coraggio si stende sull’acqua, Serapo la vede tranquilla e allora le dice: – Ora ascoltami bene, pian pianino muovi le gambe, una alla volta, sempre tenendole distese. Io non ti lascio, stai tranquilla.
Le fanciulle continuano intanto a divertirsi, dopo la lezione di nuoto si rincorrono nel mare e poi sulla sabbia; dove, rotolandosi per terra, sottili granelli di sabbia aderiscono alle loro giovani e frementi membra. Poi di nuovo a mare, dove i granelli ritornano nel loro elemento naturale e le fanciulle ai loro giochi acquatici.

Quando escono dal mare, la tunica bagnata aderisce molto al corpo di Serapo, copre ma nulla nasconde delle forme. Seopra scuote la testa, ride e sentenzia: – Ti sei vestita? Brava. Mi sembri più nuda di prima.
– Perché tu credi di essere vestita?
– E Sira? Stamattina non viene? Chiede Seopra.
– Non credo che venga più, ormai è tardi e il sole è pronto per dar corso al giorno. – Le risponde Serapo, aggiungendo: – Ora è il momento di andare, torneremo domani.
– Ma è ancora presto. Restiamo fino all’alba.
– No. Amica mia. Non voglio correre al tempio e prepararmi in fretta, come accade quando viene Sira. Oggi è inutile, resteremo fino all’ultimo momento quando saremo con Sira.
Prende la mano dell’amica e questa, che quando Serapo le prende la mano e disposta sempre a cedere, la segue come figlia di madre amorevole.
Nettuno ha spiato le fanciulle da sottacqua ma ha preferito non farsi vedere per non spaventarle.

Si avviano verso la grotta, anche Nettuno, pago della vista, ritorna con il suo fidato serpente, sull’isolotto. Dove Sira così l’accoglie: – Signore, il ritorno non è stato veloce, hai incontrato Serapo? Non è fuggita? Già si è resa disponibile, la fedifraga.
– La tua gelosia è proverbiale, non ti ho mai vista così innamorata.
– Ma quale innamorata? È solo una timida fanciulla. Poi c’è nell’aria qualcosa che non capisco, replica Sira.
– Ma quale cosa? Non fingere con me, ti conosco bene: “Gli uomini li elimini subito o subito dopo, ma le donne le sai amare bene”. Ripeto … gelosa!

La giornata trascorre tranquilla anche se nel tempio iniziano cerimonie particolari. Giungerà fra due lune la dea Serapide che trascorrerà un periodo nel proprio santuario, dove consacrerà le adepte e le vestali più giovani al suo culto. A giorni alterni le cerimonie, per queste fanciulle, si sposteranno in una parte del tempio sotterranea, più lontana dagli edifici principali.
L’indomani la sacerdotessa darà inizio a queste cerimonie preparatorie e Seopra, che è una delle vestali più giovani, sarà impegnata già prima dell’alba. La fanciulla è un poco dispiaciuta per l’impegno mattutino che non le permetterà le scappatelle con Serapo, ma altresì contenta per il raggiungimento di una più completa iniziazione alla vita della comunità templare. Ad alcune di queste cerimonie particolari parteciperanno anche alcuni serapei, popolo devoto a Serapide, scelti tra quelli di rango maggiore. Questi sono ammessi al tempio dove, solo in questo luogo, possono consultare sia la sacerdotessa per oracoli, sia le vestali già iniziate per riti diversi, principalmente propiziatori. Seopra è molto contenta di essere stata considerata pronta per questa sua maggiore partecipazione alla vita del tempio.
Serapo incontra la fanciulla che felice gli comunica la scelta. – Sono stata scelta per diventare finalmente una vestale stabile. Sono contenta, sono mesi che aspettavo questo momento.
– Che bello, amica mia, sarai certamente una delle prime. Sono sicura che anche tu sarai scelta come futura sacerdotessa.
– Questo non lo so! Solo una fanciulla ogni cinque anni può aspirare a tanto, deve essere bella e saggia come te. – risponde Seopra.
– Queste sono qualità che tu già hai, del resto sei amica mia! Quando comincerai i riti preparatori? Sai che dovrai alzarti di notte, per raggiungere il tempio sotterraneo. Conoscerai i serapei più importanti della città. Assisteranno ad alcune cerimonie e parteciperanno insieme a voi ai riti propiziatori.
– No. Non lo sapevo, queste cose non ce l’hanno dette. Così conoscerò anche degli uomini?
– Calma fanciulla! Li conoscerai Sì. Ma non li potrai frequentare da sola, sarà sempre un rito collettivo.
– Mi sembrava strano. – Seopra tace, guarda Serapo negli occhi e le viene un leggero velo negli occhi e dice: – E Sira? Quando la conoscerò?

Serapo le carezza i capelli, le dà il rituale bacio in fronte e la tranquillizza così dicendole:
– Non sai proprio nulla. Giovanissima e bella vestale. I rituali nel tempio sotterraneo non sono ogni giorno, sono a giorni alterni. Nei giorni di riposo: ti riposerai insieme a me! Ma allora quando cominci?
– Comincerò domani, anzi stanotte partiremo per il sotterraneo.
– Già domani? Allora stasera a letto presto, sai che non farai per il momento il rituale di mezzanotte. Beata te che potrai dormire per tutta la notte.
– Anche questo non lo sapevo. Come sei brava! Tu sei la mia guida.
Serapo è un’amica sincera e consapevole, per cui non può fare a meno di aggiungere un avvertimento per Seopra: – Se vuoi diventare una vestale prescelta come sacerdotessa stai attenta alle amicizie, alcune come la mia possono anche essere pericolose.
– Ma che dici? L’amicizia sincera è rara e non può dare danno. Presto tu sei una “prescelta” per questo i tuoi consigli sono preziosi.
– I consigli forse … ma le scappatelle?
– Le scappatelle sono normali, lo sai anche tu! Siamo giovani, un poco di divertimento ci spetterà pure. Poi quando saremo anziane vestali o sacerdotessa saremo perfette o quasi.
– Brava Seopra, sei entrata proprio nello spirito per una buona carriera nel tempio, ormai la tua saggezza e la tua fede non vacillano.
– Domani vedrai Sira? Beata te. A quell’ora io già sarò a purificarmi nelle cerimonie iniziali.
– E questo come lo sai?
– Lo dicevano sottovoce le fanciulle scelte. Prima settimana “purificazione”. Cosa sarà? Dimmi, così sarò preparata.
– Fuoco e acqua, poi metallo e legno saranno, per la prima settimana, i tuoi amici. Ma altro non ti dico. È un rituale molto bello, vedrai, sarai soddisfatta. Ora andiamo, tu non puoi tardare, la tua condotta sarà sotto controllo, per lo meno nel tempio.
– Prende per mano Seopra e la conduce verso le altre fanciulle, già schierate per la processione.

L’indomani molto prima dell’alba Serapo si sveglia, quella mattina andrà sola alla spiaggia. Si prepara e con molta calma, lascia il tempio dall’ingresso principale, lei può uscire liberamente, e si avvia verso la roccia che cela l’ingresso alla grotta. Le viene da pensare alla prima volta che scoprì l’ingresso.
“Era un giorno di primavera e lei, sempre da sola, passeggiava tra queste strane rocce affioranti sul limitare della collina che ospita il tempio, mise un piede in fallo e cadde verso una roccia dalla strana forma, sembrava una torre quadrata. La roccia non era molto grande, superava di poco l’altezza della fanciulla. Nella caduta Serapo finì ai piedi di un grosso cespuglio di felce, rialzandosi notò che dietro al cespuglio vi era una macchia scura, incuriosita girò dietro al cespuglio e si accorse che la macchia scura non era altro che un piccolo antro nella roccia. Quella mattina non scoprì altro in quanto non ebbe il coraggio di entrare carponi, perché poco alto, nell’antro appena scoperto.
Il giorno successivo sempre nella passeggiata mattutina, con più coraggio si addentrò nella piccola grotta. Superata l’entrata, la grotta diventava abbastanza alta da poter camminare stando in piedi. Tuttavia bisognava procedere con cautela in quanto il percorso era abbastanza in discesa, ma essendo stretto si poteva procedere aiutandosi con le mani vicino le pareti rocciose. Alla fine della discesa, il percorso si allargava in larghezza e in altezza ed era illuminato dal chiarore che precede l’alba, da una grande apertura verso il mare.
Era così giunta in una caverna posta a mezza costa sul mare, raggiungere la spiaggia era abbastanza facile, malgrado alcune piccole rocce sporgenti nel sentiero. Questa scoperta l’aveva entusiasmata e poiché ella credeva nel destino, la riteneva parte della propria vita. Arrivata alla spiaggia si genuflesse e fece la promessa che finche in vita sarebbe tornata sempre al mare.”

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Continua: Serapo Nettuno – 5