Strani giorni

Ieri sera ho fatto molto tardi.

Apro gli occhi, mi sento riposato. Mi giro verso il comodino per vedere l’ora. La sveglia non c’è. Guardo dall’altro lato per vedere se è sul comodino di mia moglie. La sveglia non c’è … Non c’è manco il comodino e … Nemmeno mia moglie.

Mi metto seduto e mi accorgo che il letto non è quello matrimoniale ma è singolo.

Rimango pensieroso. È tutto così strano. Forse sto sognando.

Dai listelli della persiana entra luce, devo controllare l’ora.

Mi alzo e cerco nella tasca interna della giacca lo smartphone. Strano ma c’è. Lo accendo, sono le otto.

Chissà se l’ora è esatta.

Ancora in pigiama, vado in bagno poi in cucina.

Il sogno continua.

Gli apparecchi del bagno li ricordavo rosa, invece sono azzurri. I mobili della cucina sono rossi, non bianchi.

Sembra tutto diverso ma … Un dubbio mi sovviene.

Corro nel bagno. Mi guardo nello specchio.

Sì, sono io.

Sospiro contento, ma è anche strano pensare tanto in un sogno.

Mi vesto. Mi preparo un caffè, inzuppo i soliti biscotti.

Scendo nel garage. La macchina è la stessa. Apro lo sportello, mi siedo al posto di guida,

Il cruscotto è diverso.

Al centro del volante leggo che la marca dell’auto è la stessa. Riguardo, con attenzione, il cruscotto ha più oggetti della mia. Deve essere un modello recente. Anche il navigatore mi sembra più sofisticato. Lo accendo e mi accorgo che ha gli stessi percorsi dell’altra auto.

Tra i percorsi programmati vedo quello che mi interessa: Ufficio. Lo tengo programmato per ritornare dal mio girovagare per seguire i cantieri della ditta per cui lavoro.

Seguendo le istruzioni inizio a guidare. La strada mi sembra la solita anche se i nomi non li riconosco. Ma, pensandoci bene, forse non li ho mai guardati tanto da memorizzarli,

Il viaggio dura una mezzora. L’arrivo è all’ingresso di un garage. Entro, parcheggio l’auto e mi dirigo verso un ascensore.

Da una auto arrivata in quel momento, scende una ragazza con i capelli rossi legati a coda di cavallo. Mi sorride e mi saluta così: – Buongiorno ingegnere. Anche lei stamattina è un po’ in ritardo.

Continua a parlare ma non riesco a seguire bene quello che dice, perché sono sorpreso.

Che sogno strano. Sono rimasto anche … Ingegnere.

Sono fortunato. La ragazza prende l’ascensore, la seguo. Chissà che ruolo ha? Non oso chiederlo.

Attendo che lei prema il pulsante del piano. È il secondo. Al primo l’ascensore si ferma ed entrano due persone. Una donna non tanto giovane e un giovanotto biondo.

– Buongiorno ingegnere. – mi salutano quasi all’unisono, poi aggiungono – Ciao Laura.

Questa volta rispondo: – Salve.

Qua sono un personaggio più famoso. Devo avere un ruolo importante.

Al secondo piano Laura esce dall’ascensore, la seguo con la speranza che sia il piano dove lavoro.

La fortuna mi aiuta. Sulla seconda porta del corridoio noto una targhetta bianca “Ing. Aldo Leopoldone”.

Altra sorpresa? Anche il mio nome e cognome sono rimasti uguali.

Mi fermo alla porta, la ragazza mi dice: – Buon lavoro, ingegnere.

– Ciao Laura, buon lavoro anche a te. – rispondo. Lei prosegue lungo il corridoio.

Apro la porta. Nella stanza non c’è nessuno. Vicino alla finestra vedo una scrivania piena di fogli, oggetti vari, due telefoni e un computer.

Di sicuro è la mia postazione di lavoro. Mi siedo alla scrivania e accendo il computer per aggiornarmi sulla nuova situazione. Suona uno dei due telefoni. Rispondo.

– Ingegnere dovrebbe andare, al più preso, ai cantieri di via Tasso e di via Manzoni – mi comunica una voce sconosciuta. Dal tono credo che sia un dirigente. Non mi ha nemmeno salutato.

– Va bene. – rispondo.

Scendo al garage, prendo l’auto e con l’aiuto del navigatore raggiungo il cantiere di via Tasso e poi mi sposto a quello di via Manzoni. Nel primo si è bloccato il monta carico e bisognerà sostituirlo.

Nel secondo il problema è più complesso. I ferri da posizionare in due casseforme risultano, per errore, più lunghi. Per riproporzionarli e verificare anche la distanza delle staffe, perdo molto tempo.

 

Ritorno nel mio ufficio e con il computer mi aggiorno sugli altri cantieri. All’una pranzo alla mensa aziendale.

Anche di pomeriggio continuo l’aggiornamento. Sono stanco la giornata è stata piuttosto laboriosa.

Dopo cena, mi corico e mi addormento quasi subito.

Suona la sveglia con un bip-bip sommesso invece del solito squillo.

Sento un corpo che si avvicina, una mano che palpa e carezza la mia spalla. Mi giro, alla fioca luce che entra dalla persiana, vedo una donna bionda con i capelli lunghi. Non è mia moglie. Lei ha i capelli corti e di color castano.

Le carezze continuano, la sconosciuta chiaramente ha voglia d’amore. Rimango interdetto, non mi sento disponibile al tradimento ma, molto più esperta della mia consorte, lei riesce nel suo intento. Quando finisce, sono anche soddisfatto del rapporto.

Dopo un’abbondante colazione, mi preparo per andare al lavoro. Ma la bionda mi guarda e, con ironia, mi dice: – Ma che fai? Oggi è sabato. Ho notato che stamattina, a letto, eri strano … Non mi dire che l’amore comincia a farti uno strano effetto. Ancora non sei vecchio.

La mia attuale compagna è molto allegra.

Anche con un buon pranzetto, da lei preparato, la giornata si presenta tranquilla.

È sera, sono a letto.

La bionda dorme … Io penso.

Domattina come e dove mi sveglierò?

fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff

 

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