I molti pianeti della Federazione avevano una costituzione indipendente, ma ora era necessario una riunione federale per salvare, da un’invasione, un pianeta estremo della federazione. Conquistato da una nuova civiltà arrivata dai confini dell’universo conosciuto ma mai esplorato. La decisione presa fu quella di eliminare gli invasori con un virus da inviare sul pianeta occupato. in considerazione che la loro costituzione fisica era abbastanza simile agli abitanti della federazione.
La guerra, compresa quella batteriologica, era stata eliminata da molto tempo.
Wertx entrò nel vecchio laboratorio per cercare un virus con caratteristiche specifiche:
– Rapida diffusione per evitare possibili interventi sanatori.
– Mortale per eliminare gli invasori.
– Decadimento totale entro quindici giorni. Per la possibilità di ripopolare la comunità senza correre pericoli di contagio.
Quando uscì dallo spazio-tempo si accorse di essere in una zona dell’universo a lui sconosciuta. Nemmeno il navigatore stellare riusciva a localizzare la località.
Cercò di capire cosa fosse successo, attraverso un’analisi dell’ultimo percorso effettuato dal navigatore.
Ricerca inutile perché l’unica risposta del navigatore fu solo l’enorme distanza percorsa nello spazio-tempo. Doveva trovarsi ai confini dell’universo o forse addirittura in un altro universo.
L’unica soluzione possibile era quella di ritornare alla base di partenza del suo pianeta. La risposta sul percorso di ritorno non gli fu data dal navigatore ma dal computer di bordo “il navigatore ha perduto le coordinate di base e non è in grado di programmare alcuna destinazione”.
Doveva essere capitato in una zona molto lontana dalla sua galassia. Guardò ancora il navigatore, l’unico dato visibile erano le coordinate, a molte cifre, della nuova posizione.
Cercò, con l’ingrandimento dello schermo, di esplorare il posto dove era capitato.
Alcuni pianeti compivano una rivoluzione intorno a una stella di media grandezza. Ingrandì ancora l’immagine per visualizzare da vicino i pianeti. Solo uno, quello della terza orbita, sembrava abitato. Decise di avvicinarsi molto per rendersi conto del grado di civiltà degli abitanti, in modo da poter relazionare al suo ritorno sul pianeta madre.
Un problema complicò la situazione, l’astronave iniziava un avvicinamento alla stella del nuovo sistema, attratta dalla forza gravitazionale della stessa. Il computer calcolò il tempo finale della collisione con la stella. Tuttavia, c’era tempo per trovare una soluzione. Con analisi della stella il computer ingrandì il pianeta abitato, quello della terza orbita. Se la civiltà fosse evoluta avrebbe potuto aiutarlo a riparare il navigatore.
Con il navigatore fuori uso, solo con una manovra manuale poté indirizzare l’astronave verso il pianeta.
Arrivato nelle vicinanze, il computer di bordo rilevò molti oggetti che orbitavano intorno al pianeta, l’astronauta cercò, nelle antiche schede del computer, un programma per evitarli. Nei pianeti della zona dell’universo di provenienza non esistevano satelliti orbitanti, eliminati da molto tempo, perché i viaggi nello spazio-tempo avevano sostituito completamente il sistema di navigazione.
Mentre il computer elaborava il vecchio programma, un’improvvisa esplosione distrusse l’astronave.
Tre contenitori bianchi del virus precipitarono sul pianeta in tre località diverse.
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