La sfera

Ultimo racconto della serie “solidi geometrici”.

Samanta riceve una raccomandata dalla A.S.P.A. Agenzia Spaziale Prove Astronave. È un invito a presentarsi per valutare l’addestramento, appena terminato, e l’eventuale collaudo di una piccola astronave. Nella busta sono inseriti anche i biglietti per il viaggio in treno e poi in aereo per Berlino. C’è anche una prenotazione per un hotel.

L’arrivo in un hotel le sembra strano e ne parla con il padre, capitano in pensione.

– Io sono stato nell’Esercito e non conosco le Agenzie Spaziali, ma credo che se è un nuovo modello di astronave, infatti “piccola” potrebbe confermarlo, il segreto del collaudo e della località dove avverrà mi sembra obbligatorio. Lo spionaggio è sempre presente. – è la risposta del padre.

A Berlino scende dall’aereo, prende un taxi. Dà il nome dell’hotel, ma deve prendere la prenotazione per vedere l’indirizzo perché il taxista non lo conosce.  Per fortuna lei parla bene il tedesco perché  nata Bolzano. Con l’aiuto del navigatore, riescono a trovare l’indirizzo che appare anche errato sulla prenotazione. Arrivano all’hotel di sera perché è situato in una zona di campagna isolata e molto lontana da Berlino

Alle otto di mattina riceve una telefonata che le comunica l’arrivo di un auto che verrà a prenderla.

L’auto, condotta da un strano autista, giunge vicino a una fattoria abbandonata. Quando entrano, l’autista con un telecomando fa scorrere una parete, dietro la quale appare un ascensore.

Nell’ascensore Samanta chiede: – Ma l’astronave non è in superficie? Perché è sotto terra?

Non ricevendo nessuna risposta, guarda con attenzione l’uomo. La faccia e le mani sono grigie. È impassibile e silenzioso. Lei ha l’impressione che sia un robot.

Nel sotterraneo, dove si è fermato l’ascensore, Samanda vede la piccola astronave. È una sfera grigia trasparente, al centro un volume rosso termina con una piattaforma. Due dischi dentellati azzurri sono, come due poli, all’estremità superiore e a quella inferiore. Da quest’ultima fuoriesce una rampa di accesso che passa attraverso un settore della sfera aperto.

Il robot da come parla, le conferma di essere un robot: – La sfera ha percorsi programmati. L’unico comando, visibile nel blocco centrale serve per raggiungere una superficie o allontanarsi da essa. Sempre nel blocco, in uno sportello apribile con il comando rosso, troverai una tuta e un casco. La tuta devi indossarla prima di partire, il casco l’indosserai solo in caso di emergenza.

Indossata la tuta e individuati i comandi, Samanta fa decollare la sfera che, attraverso un varco apertosi nel soffitto, raggiunge il cielo.

La pedana rossa possiede una regolare forza di gravità. Il movimento della sfera è tanto veloce quanto impercettibile. Dopo due orbite terrestre l’astronave punta verso lo spazio. Il colore grigio della sfera diventa verde ma rimane sempre trasparente. Improvvisamente ha appena il tempo di accorgersi di una forte accelerazione del movimento che tutto diventa buio e lei perde coscienza.

Quando ritorna in sé,  la prima cosa che vede sono due soli che illuminano un pianeta verde. La piccola astronave si dirige proprio verso il pianeta. Anche se giovane, la preparazione teorica e pratica di Samanta è molto approfondita. Appare entusiasta dell’esperienza che sta provando. Ora conosce anche la perdita di coscienza. È a conoscenza di studi e di esperimenti, nei laboratori spaziali terrestri, riguardo proprio la perdita di coscienza dovuta all’avvicinamento alla velocità della luce.

Decisamente la sfera ha una tecnologia molto migliore delle astronavi terrestri. La pedana con la forza di gravità e la velocità vicina a quella della luce sono ancore allo studio teorico sulla Terra.

Samanta continua porsi  domande. Due soli? Deve essere in un spazio dell’universo molto lontano dal sistema solare. Quanto tempo è durato il viaggio? Quale è il tipo di propulsione?

Che sia un dispositivo che adopera l’energia cosmica, ovvero la gravitazione universale che fa muovere galassie, stelle e pianeti? Anche quest’ultima ipotesi è avallata da una recente teoria elaborata da un giovanissimo scienziato italiano, tanto contestata dal mondo scientifico “Muoversi nello spazio sfruttando la forza di gravità delle stelle e dei pianeti più vicini al veicolo spaziale”.

Quando la sfera è in orbita intorno al pianeta verde, si accorge che molte altre sfere la circondano. Lentamente tutte si allineano per eseguire la discesa sul pianeta verde.

 

In due sfere che sono vicine alla sua, vede nell’interno esseri non umani ma che posseggono caratteristiche simili, come la posizione eretta, due gambe e due braccia. La maggiore differenza è nella testa.

Mentre è assorta a scoprire la nuova realtà, Dal blocco centrale sente una voce. Il primo linguaggio le è sconosciuto, anche il secondo le appare diverso ma sempre incomprensibile.

Il terzo, in due parti, le chiarisce la realtà:

– Benvenuta sul pianeta. Il nostro popolo si estinto in pochi decenni, prima che potessimo trovare una soluzione completa all’inquinamento e alla distruzione della natura. Abbiamo affidato all’intelligenza artificiale la soluzione. L’ha trovata nel ventennio successivo ma intanto il pianeta era diventato disabitato. Ora la natura è rigogliosa e il pianeta è diventato di nuovo abitabile.

– Sono l’intelligenza artificiale. Ho scelto, da più pianeti abitati, alcuni esseri per ripopolare il pianeta.

Anche se vi è sembrata una costrizione, non lo sarà per sempre.

Scelto con opportuna ricerca, così come è stato per tutti voi, arriverà un vostro simile di sesso opposto con il quale potrete ripopolare il pianeta. Quando i vostri figli diverranno autosufficienti, se vorrete potrete tornare al vostro pianeta di origine.

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