Era domenica e una splendida mattina primaverile, Alberto sulla sdraio aveva appena iniziato a leggere un romanzo horror, quando si accorse che, proprio di fronte a lui, qualcosa lo distraeva.
Nel prato del giardino avveniva uno strano fenomeno. Colori brillanti che si intersecavano tra loro in una nuvola a forma sferica.
Posò il libro sulle ginocchia e vide la sfera trasformarsi in un cilindro, racchiudendo in sé l’arcobaleno di moltissimi colori.
Quando il cilindro si posò sul prato la sua superficie divenne grigia.
Pochi isolati più in là dalla casa di Alberto, Sandra prendeva il sole sul suo lettino da spiaggia, sistemato nel giardino.
Indossava un costume due pezzi. Volentieri avrebbe preso il sole nuda o in topless ma aveva un vicino “guardone” che l’osservava dalla mattina alla sera.
Completava “il paesaggio marino” un grande ombrellone rosso e giallo.
A pochi metri da lei, vicino al grande pino, apparve la stessa nuvola piena di colori vibranti.
La visione si completò con il cilindro grigio.
Sandra ebbe paura, era sola e si ritirò immediatamente in casa per telefonare al compagno e comunicargli l’accaduto.
Alberto, al contrario, si avvicinò al cilindro per capire cosa fosse. Quando aveva visto i colori, aveva pensato ad alcuni riflessi prodotti da qualche fenomeno del cielo, forse un aereo a reazione o una specie di aurora boreale anche se impropria nella sua zona.
Il cilindro era di fronte a lui. A mente cercò di calcolare le sue dimensioni. L’altezza era quella di una ringhiera, novanta o al massimo cento centimetri. La larghezza, più o meno la metà dell’altezza.
Sandra sbirciava dalla finestra il cilindro grigio, su richiesta telefonica del compagno che appariva piuttosto scettico sul racconto.
– Eccolo, lo vedo bene. È li sul prato vicino al pino. No. Non è una mia fantasia. Credimi. – erano le parole di Sandra che cercava di convincere l’ignavo che, di carattere allegro, ironizzava divertendosi.
Alberto aspettava che succedesse qualcosa, ma nulla accadde.
Considerò lo strano oggetto non pericoloso e allungò anche la mano per toccarlo. Sorpreso e meravigliato la ritirò subito. Il cilindro era inconsistente, la sua mano aveva formicolato quando era dentro al nulla.
Lo strano fenomeno, in un solo giorno, divenne pubblico.
Laconico e sommario fu il comunicato attraverso la radio e la televisione. Anche le notizie diffuse, attraverso internet, dagli istituti di ricerca scientifica non esprimevano opinioni chiare. Il fenomeno era completamente sconosciuto e le ipotesi sulla suo origine staziarono dalla fantascienza al pericolo di presa di potere da parte di una potenza mondiale, al momento sconosciuta.
Il comunicato ufficiale della maggioranza dei governi mondiali fu stabilito con un breve accordo e così era formulato:
“ Il fenomeno dei cilindri apparsi in un primo tempo in giardini privati si è poi esteso nei palazzi di potere. Dalla stanza dei sindaci, dei governatori, dei presidenti di stato e quelle di tutti i regnanti. Al momento non sembra che possano nuocere. Comunque i cilindri delle stanze di potere sono vigilati dalle forze dell’ordine e dall’esercito, pronti a intervenire all’occorrenza. I cilindri dei giardini privati sono sorvegliati da squadre motorizzate in continuo movimento.
La situazione è sotto controllo in tutto il pianeta.”
Alberto continuava la sua indagine privata. Quando la squadra di sorveglianza si allontanava tranquillizzata dal suo rapporto quotidiano, iniziava vari semplici esperimenti. Inseriva nell’interno del cilindro vari materiali annotando, ma tenendo al momento segreto le reazioni. Aveva scoperto che gli oggetti metallici uscivano dal cilindro con una temperatura superiore a quella posseduta all’ingresso. La temperatura variava secondo il tipo di metallo.
Gli oggetti di legno, di plastica e di materiale organico non avevano alcuna reazione. La loro temperatura non variava nel cilindro. Le sue mani continuavano a formicolare, mentre i piedi non avevano alcuna reazione, così come gomiti e ginocchi.
Dopo una settimana nulla era cambiato. Le notizie dal mondo erano sempre le stesse, variavono solo le ipotesi, alcune fantasiose altre ironiche.
Alberto, pronto a tutto, decise di provare un esperimento particolare, inserire la testa nel cilindro.
L’indomani mattina, appena la squadra di sorveglianza si allontanò, Alberto si inginocchiò vicino al cilindro e, senza timore, introdusse la testa.
Per alcuni secondi non accadde nulla. Improvvisamente la sua mente, non i suoi occhi, fu invasa da una miriadi di colori e tra questi iniziarono ad apparire immagini di una città fantastica. Si ritrovò cosi a muoversi tra strade azzurre e verdi, tra strani esseri che brillavano di più colori. Si accorse che la temperatura del nuovo luogo era molto più alta di quella del suo giardino. Percepì che queste ultime immagini erano viste dai suoi occhi. Infine si accorse che le vetrine dei negozi non erano altro che schermi che continuavano ad arricchire di dettagli le visioni.
Quando i due uomini della squadra ritornarono di pomeriggio, Alberto sdraiato a terra aveva ancora la testa nel cilindro. I due, pensando a una caduta accidentale lo soccorsero, allontanandolo dal cilindro. Il brusco abbandono delle immagini fece perdere i sensi al “visionario” che fu, con una ambulanza di pronto intervento, ricoverato all’ospedale cittadino e poi in una clinica.
Quarant’otto ore dopo scomparvero i cilindri da tutto il mondo, ma prima ne apparsero milioni di formato maggiore, alti più di due metri. Fu un’invasione.
Nell’immediata riunione mondiale, invece di analizzare la fine del fenomeno fu stabilito di porre fine a tutte le azioni belliche, riunendo tutti gli eserciti in uno solo al comando di un unico potere mondiale.
Due nuovi fenomeni interessarono l’intero pianeta. Il primo fu l’aumento della temperatura, ma tanto lento che permise la protezione, con alte dighe, di molte città costiere per il notevole incremento del livello del mare. Altre città e molte isole furono abbandonate per difficoltà di protezione. Il secondo fu la modifica dell’aria. Una diminuzione dell’ossigeno, un aumento dell’azoto e la comparsa di gas nobili.
In alcune cliniche per malati di mente, sparse per il pianeta Terra, erano ricoverati centinaia di uomini e donne.
Durante la giornata tutti, da soli o in coro, ripetevano come una giaculatoria “Non siamo più umani … Non siamo più umani … Non siamo più umani”.
Il resto della giornata la trascorrevano in silenzio, ma nella mente erano gli unici consapevoli della nuova realtà.
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Grazie per il commento,