Valentina

Con lo scritto di questo racconto ho partecipato al concorso “500 parole” edito da Associazione spazi all’arte. Concorso nazionale di Ostia 2019. 

Otto anni nella cella di isolamento e otto di carcere mi sono rimasti nella mente insieme al ricordo di Giulia. Distesa, immobile. Il viso contratto dal dolore. Il coltello conficcato nel petto. Rivoli di sangue dal corpo alle pietre grigie del vialetto.

Ora sono libero. Libero nel corpo ma no nella mente. Tutto mi sembra un sogno che persiste come un incubo. Ogni volta che guardo una donna, il suo viso prende le sembianze di Giulia.

Sono seduto, davanti a me dietro alla scrivania c’è lei. Ha un camice bianco.

Mi dice: – Ricorda il suo nome?

Ho difficoltà a rispondere. Mi ha dimenticato? Forse è una sosia?

La testa inizia a farmi male, capisco che devo rispondere.

– Sono Leonardo. – il dolore passa.

– Leonardo da Vinci?

Ritorna il dolore. Il viso diventa quello della Gioconda. Sono nel ‘500? Guardo il camice, leggo un cartellino: Dott. Valentina Grande.

Allora, non è Giulia.

Rispondo: – No. Leonardo Mattoli.

Il viso cambia. È una giovane con occhialini in punta al naso. I suoi lunghi capelli sono castani, ha occhi bellissimi come la sua bocca dalle labbra carnose.

Mi guarda negli occhi e sorride.

Il sorriso trasforma  la mia mente, da agitata a calma. Ho, per pochi attimi, una doppia immagine. Lei e una distesa azzurra che si sovrappongono in trasparenza.

La dottoressa mi chiede: – Leonardo, che mestiere fa?

– Sedici anni fa ero impiegato di banca. Ora non lavoro, sono a casa dei miei genitori.

– È laureato?

– Sì, in giurisprudenza.

Mi fa altre domande ma non mi chiede di Giulia.

Sono io che sento il bisogno di nominarla: – Ho ucciso per gelosia Giulia, la mia fidanzata. Sono stato sedici anni in prigione.

– Lo so. È tutto scritto sulla sua scheda. – prende dal tavolo un documento. poi aggiunge – La vedo molto più calmo di quando si è seduto.

– Sì, è vero. Ero molto turbato perché ogni femmina che guardavo aveva i lineamenti di Giulia. Lei è la prima donna che vedo con il proprio viso. Anche molto bello.

– Questo che ha detto non è scritto sulla scheda. Come mai?

– Semplice. Non l’ho mai riferito a nessuno. Era un segreto della mia mente.

 

Mentre scendo le scale, mi sento diverso da stamattina quando le salivo. Per strada le donne hanno tutte il loro viso. Mi sembra impossibile, è bastato guardarla è ho ripreso la mia coscienza.

Sono passati tre mesi, due volte alla settimana sono da Valentina. Non mi sembra una dottoressa. Gli argomenti dei nostri colloqui sono diventati più personali. È  separata da un marito alcolizzato.

Siamo diventati amici. Ieri sera abbiamo cenato insieme, in un ristorante vicino al mare. Ecco la distesa azzurra. Quando ci siamo lasciati ho sentito un forte desiderio di baciarla. Non l’ho baciata ma le ho detto del desiderio. –  Forse è presto. Aspettiamo un po’ prima di decidere della nostra vita insieme. – è stata la sua risposta.

Ci siamo scambiato un semplice bacio sulle guance.

È la prima volta che sento un amore sano e sereno. Sono guarito dalle mie passioni violente.

ffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff

 

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