Il quattro luglio

Anche questo racconto è stato scelto per essere pubblicato nell’antologia “Metti un racconto a cena” , della casa Editrice Montegrappa. Il 26 ottobre, partecipando alla cerimonia, saprò come il racconto si è classificato.

Il quattro luglio é il mio compleanno. Ogni anno aspetto, con ansia, la ricorrenza.

Da quando ero bambino, per i miei amici il loro era un festeggiamento per me era la celebrazione di una sventura.

La sfortuna iniziò davanti alla torta, il giorno che compivo cinque anni. Per spegnere le candeline mi sporsi verso il tavolo, scivolai dalla sedia e la mia testa raggiunse prima le fiammelle e poi la panna. Non mi feci molto male, ma quello che mi infastidì fu l’ilarità dei presenti.

A sei anni, tutto bene con la torta ma non con il regalo. Caddi dalla nuova fiammante bicicletta che aveva sostituito il vecchio triciclo. Un ginocchio sbucciato e una slogatura alla caviglia fu la convalida del dono.

La sfortuna si confermò per tutti i quattro luglio degli anni successivi.

Anche  il giorno che compivo diciotto anni, fu caratterizzato da un abile ladruncolo che mi rubò  dalla tasca il portafoglio, mentre ero sull’autobus e andavo alla lezione di scuola guida per prendere la patente.

Nel giorno maledetto decisi di non muoversi da casa. Chiuso nella mia stanza, aspettavo la mezzanotte con la stessa allegria nel cuore del trentuno dicembre.

Quattro anni fa, uscii di casa di prima mattina per evitare il traffico sulla strada costiera che portava allo stabilimento balneare, gestito da mio zio.

Era da più di una settimana che aveva conosciuto Flavia e insieme facevano il bagno, sempre di mattina presto, nella tranquilla e limpida acqua marina. Prima della discesa della fiumana umana.

Quando arrivai Flavia non c’era, mi sedetti sulla battigia, seguendo con lo sguardo il lento seguirsi di piccole onde che, ritirandosi, lasciavano una leggera schiuma sulla riva che poi si dissolveva rapidamente.

Due gambe, tra me e il mare, mi tolsero la visione.

Era lei, già in costume. Mi disse che arrivata molto presto, aveva fatto una passeggiata lungo il bagnasciuga, poi aggiunse:

– Oggi è il quattro luglio. È il mio compleanno, Perché non mi fai gli auguri?

Quattro luglio? – mi si annebbiò la vista, per fortuna solo un attimo. Inoltre mi sentii le forze mancare.

– Auguri. – le dissi con un filo di voce. Avrei voluto alzarmi ma le gambe rifiutarono l’impulso.

Lei mi guardò dall’alto, poi si sedette vicino e mi porse la guancia: – Non mi dai nemmeno un bacio? – sentenziò.

Mi sentii  tornare le forze, e le dissi: – Un bacio? Per lo meno due.

Le schioccai un bacio.

– E l’altro? – chiese – porgendomi l’altra guancia.

Mi alzai la presi per mano, l’attirai a me invitandola ad alzarsi. Una volta in piedi, provai una forte voglia di darle un bacio sulla bocca, mentre le dicevo: – L’altro te lo do a mare. Andiamo.

Nessuno di noi due era un provetto nuotatore. Galleggiavamo semplicemente e non ci allontanavamo mai dalla riva.

Ma quel giorno, fui preso da una frenesia, era un quattro luglio strano e diverso.

“Accada quel che deve accadere” pensai.

Mi allontanai dalla riva con nessuna paura. Flavia mi seguì.

Quando fummo dove i piedi non toccavano più il fondo sabbioso, mi avvicinai e le detti un veloce bacio sulla bocca. Lei mi guardò sorridendo. Ci abbracciammo e questa volta il bacio sulla bocca fu lungo e appassionato. Tanto che finimmo sott’acqua, toccando il fondo.

Pian pianino tornammo prima in superficie poi sulla spiaggia.

Ci stendemmo sulla sabbia e, mano nella mano,  ci lasciammo baciare dal sole e carezzare da una leggera brezza marina.

Ci fidanzammo e dal quattro luglio successivo siamo andati a vivere insieme.

Se la convivenza continua così appassionata come è oggi, ci sposeremo.

E la data?

Sempre la stessa.

fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff

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