LAfi è al lavori nel suo studio. Studia bozzetti per una nuova scultura che le è stata commissionata dal “Museo degli orrori” in occasione della partecipazione del museo stesso al carnevale cittadino. Il basso rilievo a colori, realizzato in cartapesta dalla LAfi, sarà sistemato come fondale del carro carnevalesco.
Il direttore del museo ha precisato alla giovane scultrice che preferirebbe una scultura senza personaggi perché saranno loro ad animare il carro. Questo vincolo crea difficoltà nella progettazione. Ma LAfi considera una sfida con se stessa la riuscita dell’opera. Dopo due giorni è ancora alla ricerca di un’idea grafica convincente. È notte fonda quando crolla addormentata tra gli ultimi bozzetti realizzati.
Appena addormentata le appare una fantasia di colori con la presenza di scheletri. Lentamente, come se fossero delle immagini televisive i colori si trasformano in oggetti.
Appaiono forbici, coltelli e una strana fune, provvisti di occhi, che si animano muovendosi su un fondo viola chiaro. I coltelli hanno anche arti umani di colore verde smeraldo. Alcuni scheletri si trasformano in fantasmi. Due mani verde pisello formano una X.
LAfi è aggredita dagli oggetti, tenta di fuggire ma alla fine e legata dalla fune animata. Il fondale si scurisce. Lo scheletro si duplica iniziando a ballare. I fantasmi osservano la tortura alla quale è sottoposta la ragazza. Gli oggetti oltre all’animazione hanno anche voci dal timbro roco e pauroso:
– È tanto tempo che desideravo legare un essere umano.
– Noi non carezzavamo una ragazza da molti anni.
– Io le taglio i vestiti.
– Pugnali scarnificate la sua carne e mettete a nudo lo scheletro così potrà danzare con noi.
– Con piacere. La sua carne è tenera e …
Improvvisamente LAfi, raggiunta da una pugnalata, si sveglia. La sua mente è affollata di immagini e di sensazioni paurose.
Il sogno mostruoso e spaventoso ha stimolato la creazione: il grande bozzetto finale prende forma e colore.
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