Amore cercasi

Racconto breve per il concorso Montegrappa Edizioni “Metti un racconto a cena” Selezionato per pubblicazione e quarto premio.

Erano mesi che tentavo di avere un appuntamento con la ragazza della tavola calda. Una volta avuto, ero anche emozionato malgrado le mie esperienze amorose del passato, purtroppo tutte finite lentamente come una bibita con cannuccia.

È domenica, unico giorno libero di Giovanna. Parcheggiato l’auto, l’aria di primavera accompagna insieme al profumo dei fiori, il mio cammino verso l’uscita della stazione ferroviaria.

È una pendolare, arriva ogni giorno dalla periferia per il lavoro. La conosco da quando frequento la tavola calda per il pasto quotidiano. Di lei conosco solo il nome. Scambiamo poche parole, l’ora di punta a mezzogiorno non permette lunghi dialoghi. La osservo mentre si muove tra i tavolini per servire le pietanze ai clienti. Le ragazze sono tre ma lei si distingue, oltre che per il suo fisico ben proporzionato, per il sorriso che porge a tutti.

È un giorno festivo, pochi passeggeri escono dalla stazione. Non l’avevo riconosciuta, poi l’ho individuata perché unica donna giovane.

Ma come è diversa!

I capelli molto lunghi, raccolti a coda, le arrivano quasi alla vita. Ho sempre notato il suoi capelli biondi nascosti sotto il cappellino di servizio che nascondeva la loro lunghezza. Anche gli occhi azzurri sono decorati da una linea nera sulla palpebra inferiore che esalta il colore.

Ma quello che completa la sua avvenenza sono le lunghe e tornite gambe scoperte da una minigonna di colore viola.

Le vado incontro. Ci scambiamo due leggeri baci sulle guance. La prendo per mano e ci avviamo dove ho parcheggiato l’auto.

Mi sembra un sogno, ho per mano una ragazza bella e appariscente. È la prima volta che mi sento esaltato da una tale sorte.

Che sia la volta buona?

Preso posto nell’auto, mi accorgo che ho poca benzina nel serbatoio. Mi fermo alla mia solita stazione di servizio. Noto che il ragazzo addetto alla pompa sbircia le gambe di Giovanna, le riguarda con interesse anche quando pulisce il vetro del cruscotto. Mentre pago mi dice: – Auguri Dotto’.

Questa volta non gli do la mancia.

Finalmente posso dialogare con Giovanna. Decidiamo di andare a passeggiare vicino al mare.

Quando siamo in vista della spiaggia suona il suo smartphone. Deve essere un amico per la confidenza da come gli parla. La chiacchierata continua anche quando scendiamo dall’auto e ci avviamo verso la spiaggia.

Appena termina la telefonata, un giovanotto che risale dalla sabbia in compagnia di una ragazza, le sorride e le schiocca due baci sulle guance. Poi le dice; – Giovanna sei più bella che mai.

Lei risponde: – Non esagerare … Sempre il solito adulatore. Ma quando sei tornato?

– La settimana scorsa.

– Potevi anche telefonarmi. Non ti pare?

I due continuano a parlare come se fossero soli. Io e la ragazza non esistiamo. Alla fine si salutano con altri baci.

Finalmente passeggiamo sul bagnasciuga, Giovanna consapevole della mia leggera alterazione, mi prende per mano. Passano pochi minuti e lo smartphone risuona.

È ancora un altro amico, al quale lei promette che la prossima domenica andranno a fare una nuotata insieme.

Spegne il telefonino dicendomi: – È meglio chiudere altrimenti ci disturbano la passeggiata.

Passeggiamo mano a mano in silenzio. Il mare azzurro leggermente increspato da piccole onde verdi mi distrae. Amo il mare anche se non sono …“ricambiato”.

Stavolta altro che bibita con cannuccia è stato solo un sorsata veloce, anche un po’ amara.

Da domani pranzerò a un ristorantino che sta lontano dalla tavola calda. Non riuscirei a vederla senza sentire una forte angoscia.

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