Con il testo di questo racconto ho partecipato al concorso “La stanza di Erato” di Genova. Ho preso il secondo posto, nella sezione racconti, pubblicati nella relativa antologia del 2018.
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Due sono le mie principali passioni, il mare e il calcio.
Gli amici subacquei del club “Azzurra” di Rapallo mi hanno comunicato con un messaggio il loro arrivo sabato mattina di fronte all’arenile di Boccadasse.
Sono sulla spiaggia con tutta la mia attrezzatura subacquea, quando un piccolo gommone si allontana dal grande motoscafo e viene verso la spiaggia. A pochi passi da me noto una ragazza con i capelli rossi. Anche lei con un sacco sportivo simile al mio.
Le sorrido e le dico: – Ciao sono Angelo. Non mi dire che aspetti anche tu gli amici di Azzurra?
Lei mi guarda con occhi blu come il mare e risponde: – Ciao. Hai un intuito invidiabile. Io sono Mariangela.
– Da quando sei iscritta al club? Possibile che non ci siamo mai incontrati?
– Non sono iscritta. Mi ha invitato Giovanni che ho conosciuto allo stadio.
– Per quale squadra tifi?
– La Sampdoria. E tu non sei tifoso?
– Sì. Ma la mia squadra è il Genoa. Domenica prossima c’è il derby e saremo rivali.
– Ah! Povera Genova … – l’arrivo del gommone l’ha interrotta.
Mariangela ama la natura e, in acqua, si diverte a inseguire i pesci come fosse un gioco. Considera il fucile subacqueo un arma vera e propria.
Sul motoscafo abbiamo fatto coppia, eravamo gli unici single, e ci siamo divertiti raccontandoci i nostri passati e falliti amori. Le nostre avventure sono molto simili.
Per tutti i pomeriggi della settimana, dopo il lavoro, ci siamo frequentati fino a sera. È nato un feeling molto amichevole. Sabato sera sotto al suo portone sentivo il desiderio di baciarla, memore delle mie passate avventure, non l’ho fatto.
Prima di lasciarla ho proposto: – Ci vediamo domani?
– Allo stadio? Se cambi squadra potrebbe anche essere possibile. – ha detto, mentre prendeva dalla borsa una sciarpa con i quattro colori della Sampdoria, ha poi aggiunto – Questa è sempre con me.
– Domani indosserò la mia e ognuno sarà con i propri amici. – ho risposto.
Dopo la partita, finita con il pareggio, ho notato Mariangela insieme al suo gruppo di amici tifosi, che indossava la sciarpa. Nascosta la mia, annodandola alla vita, l’ho avvicinata.
Siamo rimasti insieme per l’intero pomeriggio. La serata si è conclusa nella mia mansarda.
A terra, vicino alla porta due sciarpe avviticchiate come i due corpi sul letto, ricordavano un’antica dimenticata rivalità.
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