Il mio amico Giovanni non perde tempo. In attesa dell’autorizzazione per procedere ai lavori di restauro della torre, inizia a portare materiale al rudere.
Inizia con il ponteggio alla torre e la sistemazione di una base provvisoria, nello spazio del cortile, per il montaggio dei pannelli della struttura provvisoria. Per non rovinare la pavimentazione antica, la base è soprelevata di cinquanta centimetri e poggia su una struttura metallica.
Di pomeriggio raggiungo Giovanni perché ha portato anche i pannelli per la struttura dello studio da montare sulla base nel cortile. I pannelli sono facili da montare, infatti bastano solo tre operai per procedere velocemente.
Prima di sera, arriva anche Giulia. Quando rimaniamo soli, andiamo alla torre. Sorpresa? La botola è coperta da sacchi di cemento e non possiamo accedere al locale sotterraneo. Decidiamo di rimanere anche la notte per poter avvisare Bruno di togliere i sacchi quando arriverà l’indomani, di mattina presto.
Ci adattiamo a dormire nella struttura, montata solo in parte. Siamo fortunati perché il tempo è bello e la nottata si presenta tranquilla. Non riusciamo a prendere sonno, forse perché il luogo ci condiziona. Ad un tratto ci sentiamo l’uno spinto nell’altro e ci abbracciano. Sotto al calduccio della coperta, recuperata in auto, sentiamo un forte desiderio e ci abbracciamo, denudandoci. Durante il rapporto, nella mia mente vedo Armela. Poi sento Giulia che sottovoce nomina Marcus. Siamo insieme ma i nostri amanti sono nei nostri cuori.
La mattina viene costruito un riparo per i sacchi di cemento. È meglio depositarli al coperto nel caso di pioggia.
Io e Giulia torniamo in città, torneremo di sera portando alcune cose necessarie alla nostra permanenza al rudere. Iniziamo così il trasloco.
Tornati al castello, depositiamo nel locale sotterraneo la merce portata.
A mezzanotte siamo al portone del castello per riprendere la nostra avventura.
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