Il pianeta della notte – favola

Questo racconto è pubblicato nell’antologia di Natale 2015 “Favolando”, della serie Rose del deserto, da Alcheringa Edizioni.

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Immagine 1

Il vecchio seduto vicino la riva del mare, immobile, aspettava la fine. I suoi pensieri erano assopiti ma nella sua mente la soddisfazione di una vita vissuta intensamente gli procurava calma e felicità. Tra le mani aveva un manoscritto, il diario della propria esistenza. Aveva incaricato un giovane amico di darlo alla stampa dopo la sua morte.

Immagine 2

1 marzo 1984

Il mio nome è Fabio e ho venti anni. Vivo con mia madre e con mio padre. La mia vita di giorno è come quella di tanti ragazzi: università, amici e svago.

Da anni, di notte ho un sogno ricorrente:  mi ritrovo in una caverna tetra e buia poi, salendo una lunga scala mi incammino verso una piccola luce. Quando sono agli ultimi gradini vedo la porta illuminata. Entro. Mi ritrovo in una grande stanza. Enormi vetrate illuminano un soffitto a volta, decorato con disegni fantastici: una fanciulla bionda legata a un grande corallo, tanti piccoli animali vicino ai piedi, che sembrano topi.

Tutte queste immagini sono racchiuse in un’ampolla trasparente che un enorme drago imprigiona tra gli artigli. Sulla parete opposta alla vetrata c’è una porta ad arco. Tendo la mano per aprirla ma questa la attraversa senza incontrare resistenza. Cammino e passo oltre con tutto il corpo, poi mi guardo indietro: la porta non c’è più.

Il sogno termina.

Oggi ho iniziato a scrivere questo diario perché da domani la mia vita sarà diversa. I miei genitori hanno acquistato un’antica fattoria nel verde della campagna umbra e domani traslocheremo. Sono triste perché lascerò i miei amici.

Vorrei continuare ma sono in ritardo nell’impacchettare le mie tante cianfrusaglie.

2 aprile 1984

Sono riuscito a sistemare la mia stanza, é un’antica mansarda trasformata in un piccolo alloggio. Non devo più badare alla pulizia della camera perché Tilde, una donna del vicino paese, viene a fare le pulizie alla fattoria.

Immagine 3

 

Oggi sono sceso nella cantina e ho avuto un giramento di testa. Nel buio del locale una finestrella mi ha ricordato il sogno. Forse è stato una mia premonizione inconscia, perché, dopo tante notti ho sognato. Si è ripetuta la sequenza, ma quando ero oltre la porta è comparsa una donna. Capelli bianchi come Tilde, lo stesso naso leggermente arcuato. Somigliava a lei ma era molto più anziana.

La donna mi ha parlato: – Sono decenni che ti aspettiamo.

Non ha aggiunto altro, mi ha preso per mano. Appena la sua mano, molto fredda, ha stretto la mia è comparso un panorama di montagna con una collina sulla quale un castello dominava il paesaggio.

Immagine 4

Sempre tenendo la mia mano ma in silenzio, mi ha condotto al castello. Nella sala del trono alla presenza di alcuni dignitari, il signore del castello ha lasciato il seggio e con la sua spada poggiata sulla mia spalla destra ha così recitato la mia nomina a Cavaliere: – Alla presenza dei miei dignitari e a quella della tua madrina Matilde, ti nomino cavaliere del mio regno. – detto questo mi ha consegnato una spada, un mantello e un cappello rosso piumato.

Immagine 5

La mia muta accompagnatrice dell’andata, ha parlato per tutta la strada del ritorno.

Mi ha chiarito il significato della volta affrescata: la ragazza bionda legata è Ilaria, una principessa sottoposta a un sortilegio da un vecchio conte stregone della vicina Contea. La fanciulla è stata punita perché ha rifiutato di contrarre matrimonio con lui. I topini sono i pochi sudditi della principessa sopravvissuti al massacro dei vassalli, inviati dal conte.

Il destino della fanciulla, dice una leggenda, è legato alla venuta di un giovane improvvisato cavaliere. Il conte stregone è molto abile e l’impresa non sarà facile ma i veggenti e lei stessa, Matilde, mi aiuteranno nell’ardua impresa. La mia nomina a cavaliere è stata necessaria per poter frequentare i veggenti.

Immagine 6

7 aprile 1984

Per cinque notti ho atteso il sogno, sento che ora mi appartiene. L’immagine della Principessa è fissa nella mia mente. È una ragazza bellissima. Sono innamorato di lei.

Finalmente stanotte la mia avventura ha proseguito.

Matilde mi ha condotto dai veggenti, dodici saggi che vivono in una caverna illuminata da una luce purpurea che ha la particolarità di tener lontano tutto ciò che può essere a loro nocivo.

Durante il cammino mi ha detto che vengono da vari pianeti. Sono simili a noi umani ma hanno caratteristiche diverse come il colore della pelle, le orecchie e la forma della testa. La loro mente è molto evoluta.

Immagine 7

Arrivati alla presenza dei veggenti, in una nuvola sospesa nello spazio di una grande caverna, ha parlato solo uno di loro, per tutti:

– Cavaliere benvenuto tra noi. La missione ti è stata assegnata dal Destino, nostra divinità assoluta, che sceglie nell’universo gli abitanti del nostro mondo per le loro doti mentali. Dunque il tuo compito è quello di liberare il nostro pianeta dal male del conte stregone che imperversa sull’esistenza di tutte le creature, noi compresi che siamo costretti a vivere sepolti in questa caverna. Trascorrerai con noi alcuni mesi per temprare la tua forza e imparare a combattere per liberare la principessa, tua futura sposa. Dovrai annullare la forza del conte e annientare i vassalli.

Quando il conte si trasforma in drago nessuno è mai riuscito a sconfiggerlo. Ha vinto e sottomesso maghi e streghe. Ma l’ultima sua vittima, la strega del lago, prima di essere sconfitta è riuscita a operare un maleficio trasferendo la sua eterna cataratta negli occhi del conte che persiste anche in quelli del drago. Quando dovrai affrontare il duello con la bestia ricordati di stare sempre alla sua sinistra, dove la vista è in parte offuscata. Per migliorare il tuo duellare, avrai libere le  mani perché Matilde diventerà il tuo scudo, solo che non resisterà molto alla lingua di fuoco del drago.

Immagine 8

Dopo queste parole, ogni veggente mi ha consegnato una parte dell’armatura, e Matilde mi ha aiutato a indossarla.

Immagine 9

4 ottobre 1984

Caro diario ti ho trascurato. Studio molto per distrarmi dalla mia tortuosa vita notturna.

Sono passati cinque mesi da quando vivo con i veggenti. Ho imparato molte cose oltre al combattere. Mi hanno svelato che gli abitanti sono venuti da altri mondi e non invecchieranno. Con il passare del tempo la meditazione porta molti alla saggezza e alla vita soprannaturale che permette anche di viaggiare su altri pianeti dell’universo per arricchire la conoscenza.

Domani, ovvero stanotte, inizierà la mia lotta contro il conte.

Immagine 10

5 novembre 1984

Matilde mi ha condotto al Lago, nella cui profondità è prigioniera la principessa.

La battaglia è durata poco. Con l’aiuto dello scudo animato dalla protettrice e la mia spada ho sconfitto i vassalli di guardia.

Mentre i pochi sopravvissuti fuggivano, l’improvvisa comparsa del Drago mi ha colto di sorpresa. Lo scudo mi ha protetto dal fuoco. Con grandi bruciature, Matilde ha ripreso le proprie sembianze e, scaraventata sulla riva del lago è rimasta immobile.

Immagine 11

Con un salto, memore dei consigli dei veggenti, mi sono spostato alla sinistra del mostro. La nuova fiammata non mi ha centrato, ha incendiato alberi vicini. Mi sono spostato ancora sulla sinistra è ho trafitto una zampa posteriore del Drago. Un fiume di sangue nero è uscito dalla ferita e, mentre lui tuonava un urlo di dolore, mi sono sentito sollevato in volo fino all’altezza del torace del mostro, nel quale ho conficcato la mia spada fino all’elsa. A quel punto una zampata mi ha colpito lanciandomi vicino a Matilde, bruciacchiata ma viva.

Il drago è sparito. Al suo posto è comparso il conte, un ometto tremante che zoppicando è fuggito.

Immagine 12

Dal lago è affiorata posandosi sulla riva la grande ampolla dalla quale è uscita la Principessa Ilaria seguita dai pochi sudditi. Lei ha preso il mio viso tra le mani, mi ha baciato prima sulla fronte e poi sulle labbra.

– Amore mio. Sogno quest’incontro da sempre – ha esclamato.

Ho sentito applausi. Erano i veggenti, ormai liberi, apparsi alle mie spalle.

 

6 marzo 2074

Scrivo poche parole, la mano trema. Nel mondo di giorno morirò, felice di passare a miglior vita sul pianeta dove vivo con la mia amata sposa.

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