1- La stella

Primo episodio di un racconto ancora senza titolo.

La stella a sette punte incisa sulla pietra e quei strani segni intorno, fermano i pensieri del ragazzo. La foresta sembra scomparsa dalla realtà ma esiste come un sogno incombente nella sua mente.

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Lentamente tutto si semplifica, uno squittio ripristina la vita della foresta e Rodo intuisce che il momento fantastico è passato. Si inginocchia e tende le mani verso il misterioso oggetto, ha deciso di prenderlo e portarlo al nonno. Il Vecchio sicuramente saprà qualcosa pensa mentre infila le dita sotto la pietra ma non riesce a sollevarla. Dopo vari tentativi rinuncia, sembra incastrata nel terreno. Quando poi poggia la mano sulla stella si accorge che è calda.

Visti da vicino i segni sembrano delle lettere di un alfabeto sconosciuto al ragazzo. La stella è incisa con un segno più profondo e non è complanare, le sette punte sono rialzate rispetto alla superficie della pietra.

Il nonno è sempre vissuto nella foresta, inoltre dagli abitanti del vicino villaggio è ritenuto uno stregone, lo chiamano “Vecchiostrego”. Pensando al nonno decide di tornare a casa. Vive con lui da alcuni mesi perché i suoi genitori, ambedue archeologi, sono partiti per l’Amazzonia.

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Appena varcato l’uscio, chiama: – Nonno, nonno … –  ma non riceve risposta.

Conosce le abitudini del vecchio, sa che passa la maggior parte della giornata nel suo “recinto”: uno strano spazio dell’orto delimitato da sette pali di legno che sorreggono una copertura di arbusti intrecciati. Quando raggiunge il recinto, il nonno è seduto su un tronco, a mo’ di sedia, ha gli occhi chiusi e le mani sulle ginocchia. Il ragazzo sa che quando è nella posizione a gambe incrociate non vuole essere disturbato. Lo sa bene perché, quando era più piccolo l’aveva chiamato e il vecchio si era molto innervosito, spiegando al nipote che doveva ignorarlo quando lo vedeva seduto sul tronco.

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Passa quasi un’ora prima che il nonno si muova. Quando apre gli occhi e vede il nipote, sorride e gli dice: – Sei tornato presto oggi. Come mai?

– Devo parlarti di una cosa che ho trovato nella foresta. È una pietra con segni incisi intorno a una stella a sette punte. Sai cos’è?

– Una pietra con una stella a sette punte? No, non conosco cos’è. Perché non l’hai portata a casa? È molto grande? Pesante?

– No, nonno. Non è molto grande ma non sono riuscito a prenderla, forse è incastrata. Quando l’ho toccata con la mano aperta mi è sembrata calda.

– Hai detto sette punte?

– Sì. Proprio come questi sette pali. Perché sono sette?

– È una vecchia storia. Non l’ho deciso io, erano sette quando uscirono dal terreno. All’inizio sembravano alberelli da frutta ma dopo alcuni mesi rimase solo il tronco, dritto e levigato proprio come un palo. Quando sono cresciuti, li ho uniti con gli arbusti per fare una copertura.

– Perché? – Chiede Rodo, mentre guarda il nonno pensa, sette pali, sette punte, … Sempre sette, qualcosa dovrà significare.

Il nonno parla ma lui non l’ascolta, sente solo la fine quando dice: – … domani mattina andremo insieme a vederla.

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Appena è giorno, il nonno e il nipote si incamminano per ritrovare la pietra. Rodo ha una buona memoria, oltre a una brillante intelligenza, e ricorda esattamente il posto.

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Quando sono giunti, il nonno, per sentire anche lui il calore che emana dalla stella, poggia su di essa la mano. La pietra ruota affiorando dal terreno e tre delle sette punte si colorano di rosso. Nello stesso momento un voce alle loro spalle esclama: – Eccomi!

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Rodo è il primo a girarsi e vede un piccolo essere, alto meno di lui, ma non è un bambino. Ha un attimo di smarrimento, sembra uno gnomo o un elfo pensa.

Il nonno, senza battere ciglio, si rivolge all’apparso: – Ciao, chi sei?

– Fores, sono della stessa natura della foresta. Ciao vecchio, ti conosco da anni. So della tua sana solitudine e del tuo amore per la natura. Mi sono sempre celato alla tua vista ma ora è diverso. Tu hai bisogno di me, io di te.

– Non ti conoscevo come forma ma la tua presenza l’ho sempre sentita. So anche del bisogno che parli, anche se in maniera ancora molto oscura.

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– Nonno che dici? Allora è vero che le tue sensazioni appartengono alla realtà.

– Rodolfo, ragazzo mio, anche tu sarai coinvolto nel futuro mio e di Fores, anche questo ho sentito. E non saremo i soli. Ma tutto mi sfugge ancora.

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Il ragazzo guarda la stella e si accorge che una quarta punta è diventata rossa. Perché? pensa e guarda Fores, intuendo che lui sappia.

– Sì, vedi giusto – dice Fores – mentre tende il braccio e con la mano aperta, palmo verso l’alto continua: – vieni Lucilia, il giorno atteso è giunto.

Sulla sua mano appare un’altra mano luminosa e poi si allunga in un braccio, in una spalla completandosi in un corpo, quasi trasparente, di una leggiadra fanciulla che tremula come una lampada. Il suo viso luminoso irradia il verde della foresta.

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3 risposte a 1- La stella

  1. Liudmila ha detto:

    Un nipote adolescente, un nonno stregone, una fata, un elfo… Un po’ fiaba, un po’ fantasy, un racconto che fa venire voglia di leggere il resto. La stella a sette punte mi ha incuriosito molto, anche per via del disegno molto curato. Aspetto il seguito, Dino!

  2. dinorotoli ha detto:

    Ciao, grande amica. Spero di non deluderti con il seguito.

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