– Finalmente sono anni che aspettavo questo momento. La neve mi attende.
– Potremo divertirci con le palle di neve.
– Ma che dici? Nessuno va in montagna per le palle.
– Ma io non sono mai stata tra la neve e ti riempirò di palle, caro fratello.
– Sempre “cane e gatto” voi due?
– Ecco il rifugio. Me lo immaginavo più piccolo. È un rifugione.
Meglio così. Saremo stretti lo stesso.
– Siamo alle solite. Questi due mentono sull’amicizia. Ormai non li credo più.
– Fanno bene. Tu vorresti una dichiarazione pubblica. È vero?
– Pubblica no, ma privata sì.
– Ah! Ecco dove eravate. Andiamo vi stiamo aspettando da mezzora.
– Stiamo provando gli sci.
– Le solite donne … mica sono vestiti!
– Guarda quei due, hanno già imparato a sciare. E vanno anche veloci.
– Sono due pazzi. Finirà male.
– Tra poco impareremo anche noi.
Ma tua sorella è veramente brava, alza anche uno sci dalla neve.
– Brava? Direi incosciente.
– Hai visto che anche noi stiamo migliorando?
– Ma quei due dove sono? No li vedo.
– Attento, pensa a te e guarda dove metti gli sci.
– Non ti preoccupare. So quello che faccio.
– Ma che … Aih! Accidenti a te.
– Che botta in testa.
– La caviglia mi fa male. Ma dove guardavi?
– Mi ero girato un momento. È sono scivolato.
– Ma guarda! Sei scivolato? Poverino!
– Come stai? E mio fratello?
– Poteva andare peggio. Ho solo una contusione alla caviglia ma è ancora sana. Tuo fratello ha preso una botta in fronte … speriamo che gli serva a ragionare meglio.
– Ma cosa è successo? Siete caduti insieme?
– È meglio che non ci penso, altrimenti gli finisco di rompere la testa a quello scombinato di tuo fratello.
– Perché è stato lui?
– Si girava per vedere dove eravate voi, sicuramente voleva far federe i suoi progressi. Quando ha girato la testa indietro, pensava che ci seguivate, ha cambiato direzione e mi è precipitato addosso … l’incosciente.
– Per il mio caro fratello bisogna invertire parecchi detti: Il primo è “tutto è bene quel che finisce male”
– Antipatica. Se potessi ti ripudierei come sorella.
– Figurati, il piacere sarebbe tutto mio.
– Ora smettetela. Lasciatemi soffrire … in silenzio.
– Ma veramente stai male?
– No, anzi va meglio, posso poggiare a terra il piede. Il dolore è minimo.
– La prossima volta, lo lasciamo sciare da solo.
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