Questo racconto è pubblicato da Alcheringa Editori nelle edizioni Ossidiane dal titolo: I sogni sono come le farfalle.
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L’azzurro del cielo, la mite temperatura e il profumo dei fiori annunciavano l’arrivo della primavera. Ero seduta a terra sul prato del mio piccolo giardino tra le primule e i narcisi che iniziavano a spuntare dal terreno.
Il calore del sole, ancora tiepido, mi penetrava nei pori della pelle e allontanava i pensieri dalla mente lasciandola libera di fluttuare in un universo magico. La sensazione di essere immersa nella natura esaltava la mia sensibilità. In questa atmosfera da sogno, mi distesi supina. Con gli occhi chiusi, beata, mi sentivo così leggera che mi sembrava levitare verso il cielo.
Anche se i miei sensi erano assopiti, non mi sfuggì un leggero fruscio sulla fronte. Aprii gli occhi e la vidi: bellissima, oltre che per i suoi meravigliosi colori, per le movenze graziose delle ali.
Seguii con lo sguardo la farfalla posarsi sulla primula più alta.
– Ciao farfalla. Come sei bella.
– Ciao. Tu sei simpatica e molto gentile.
La voce che rispose, calda e suadente, mi lasciò confusa: una farfalla parlante?
Girai lo sguardo intorno. Ero sola. Gli unici esseri viventi che mi attorniavano erano il prato verde, le primule … e la farfalla.
Dopo un silenzio riflessivo dissi: – Io sono Florinda. Qual è il tuo nome?
– Noi farfalle non abbiamo un nome proprio ma è lo stesso che aveva la mamma, la nonna … Doriana.
– Le tue ali hanno tenui colori ma quello che domina è il giallo oro. Forse è questo il motivo del nome?
– Credo di sì. Ma io non ho conosciuto mia madre perché la nostra vita è breve. Vuoi volare insieme a me?
– Volare? Vorrei ma non sono capace.
– Ma allora a cosa ti servono le ali d’argento?
Non so spiegarmi cosa successe ma mi trovai a seguirla nelle sue sinuose evoluzioni.
Insieme superammo la siepe che delimitava il giardino e anche il ruscelletto, poi stanche ci adagiammo sul legno del ponticello.
– Non speravo proprio di incontrare un’ amica come te. – mi disse lei – mentre distendeva le ali al sole.
La guardai, era veramente bella. Mi accostai pian piano fino a sentirne il fremito delle ali. Avrei voluto toccarla, carezzarla ma non avevo più le mani. Allora le dissi: – Anche per me trovarti è stato un piacere infinito. Insieme voleremo per tutta la stagione, finche il sole ci scalderà.
– Sì, amica mia, resteremo unite fino a quando il desiderio di stare vicino e il destino vorranno.
Dopo aver svolazzato fino all’imbrunire, ci fermammo su un grande albero e nascoste tra il fogliame, al riparo di malvagi cacciatori notturni, ripiegate le ali riposammo vicine.
L’alba ci investì con la sua purpurea luce che, filtrata dalla rugiada delle foglie, prendeva riflessi d’arcobaleno.
Per tanti giorni volammo insieme ammirando il variare del paesaggio al progredire della stagione.
All’improvviso un brivido di freddo mi avvolse i sensi. Aprii gli occhi, il fuoco del camino si era spento come il mio sogno. Mi affrettai a riaccenderlo e aggiunsi nuova legna.
Quando la fiamma riprese brillante e il tepore mi avvolse di nuovo, sentii il suono melodico della cicala. Chi bussava alla porta la vigilia di Natale?
Era la mia amica, Giuliana, che mi portava un regalo. Non era sola, era in compagnia di una ragazza.
Mentre me lo porgeva disse: – Questo è il mio pensierino da sistemare sotto l’albero.
L’abbracciai e la baciai. – E questa è una nuova amica: Doriana. – aggiunse.
Solo allora guardai la ragazza. I capelli fluenti color giallo oro, gli occhi azzurri e le labbra rosa fecero vacillare i miei pensieri: i colori della farfalla.
Quando mi sorrise, non riuscii a trattenermi: la strinsi forte, la baciai con vigore e con il pensiero ricominciai a volare.
Quest’anno il Natale si presentava eccezionale.
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