La partenza
Leggo il messaggio dall’astronave: Situazione pianeta peggiorata, prossima l’evacuazione dell’intera comunità. Relazionare al più presto l’analisi della sopravvivenza sul pianeta assegnato.
Ho realizzato solo in parte il programma per le mie carenti condizioni fisiche. Descrivo il mio stato di salute. Per lo studio sul pianeta ho poco da dire. La risposta mi dice di analizzare, con un programma più adatto che mi hanno inviato, le condizioni del mio organismo.
Conclusione dell’analisi: La maggiore attrazione terrestre e il diverso valore del campo magnetico non permette un regolare assorbimento dell’energia. Il pianeta Terra non è adatto alla sopravvivenza del nostro popolo. Tra sei giorni terrestri il modulo-cubo sarà prelevato dall’astronave madre.
La graduale carenza della gravità sul nostro pianeta ha prodotto un aumento dell’energia nel nostro organismo. In tal modo è stato possibile la sopravvivenza. Ora l’organismo è più energia che materia. Questo spiega perché sulla Terra, per la diversa intensità oraria della luce solare, il mio corpo cambia colore e alcune parti non sono visibili. Inoltre l’ombra è poco evidente perché viene in parte assorbita e in parte deviata dall’energia del corpo.
Spero che tra le decine di pianeti visitati, altri esploratori ne abbiano trovato uno compatibile.
Contravvenendo alle disposizioni del programma non distruggerò la bicicletta. Lasciare un ricordo della mia venuta mi spinge a farlo. Decido di abbandonarla dalle parti dove abita Giusy.
Andare in bicicletta fino al limite del bosco è stata un avventura, ho perduto molta energia malgrado molte soste. Ritornare al cubo sarà ancora più difficile, sono stremato e non riesco a rimanere in piedi. Devo fermarmi. Non credo di riuscire a tornare in giornata. Dovrò pernottare nel bosco, su un albero. Sono fortunato, la giornata è primaverile. Sembro un uomo, ho indossato il costume e la testa nel caso che qualcuno mi veda.
Sono nel cubo, in attesa della partenza. Negli ultimi tre giorni ho dovuto ripristinare le condizioni di partenza. Ho smontato le antenne, ricollocato le attrezzature nelle pareti e infine ho recuperato il disco. Da quest’ultimo ho osservato che la bicicletta non è stata ancora notata. È dove l’ho lasciata.
L’astronave è giunta. Mi sistemo sul sedile di comando.
Addio Terra. L’esperienza è stata breve ma il ricordo rimarrà sempre nella mia mente.
FINE
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