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La prospettiva – seconda parte
Passiamo ora a rappresentare uno spazio architettonico interno.
Se ci poniamo di fronte a una parete osserviamo due elementi, che già conosciamo, l’orizzonte e il punto di fuga. Il primo, l’orizzonte, ha anche il compito di permetterci di valutare le altezze dello spazio e degli oggetti che andremo a rappresentare. Per convenzione l’altezza dell’orizzonte è considerata un metro e cinquanta centimetri, che corrisponde all’altezza da terra degli occhi di un uomo di media altezza.
Il punto di fuga è sempre di fronte a noi. Se ci spostiamo verso destra anche il punto si sposta.
Osserviamo come allo spostamento del punto, corrisponde una diversa visione dello spazio prospettico della stanza.
Consiglio. Prova dal vero, spostandoti in una stanza di fronte a una parete.
Completiamo la stanza con il pavimento, la porta e una finestra.
I piani principali (colore giallo) sono rettangoli regolari. La linea inclinata che parte dal punto A, serve per determinare la grandezza delle piastrelle del pavimento, in relazione alla profondità.
Proviamo ora a mettere nella stanza un po’ di arredo.
Anche se questo studio della prospettiva è semplice e intuitivo, occorre stabilire l’altezza degli oggetti che vogliamo inserire nell’immagine. Le misure possiamo metterle anche “a occhio” ma rispettando l’altezza dell’orizzonte, già definita in metri 1,50. Per comodità dividiamo questa misura in tre parti (50,100 e 150 cm.) sullo spigolo del rettangolo nel quale inseriamo il disegno (definito “quadro” nella prospettiva geometrica) .
Sappiamo che l’altezza di un tavolo è circa 80 centimetri, Stabiliamo in (A) la sua altezza. Il sedile di una sedia è alto da terra un po’ meno di 50 cm (B), mentre l’altezza dello schienale supera di poco quella del tavolo. Sulle linee di fuga delle altezza le linee blu servono a stabilire la posizione dei due “oggetti”.
Se ci muoviamo nella stanza, cambia il punto “di vista” (dove noi siamo) e il corrispondente punto di fuga. Il tavolo e la sedia non cambiano posto ma li vediamo in modo diverso. Nell’esempio non modifico la porta e la finestra (dovremmo vederle in maniera diversa). Anzi non li disegno proprio.
Riepilogando, nella prospettiva centrale esistono solo linee orizzontali e verticali, quelle dei piani principali, e linee che “tendono” al punto di fuga.
Ma se esistono altre linee? Che linee sono?
Prima di chiarire le linee “diverse” occorre definire qualche altro concetto della prospettiva “madre”, quella geometrica.
Nel primo schema ho riportato la stanza arredata vista dall’alto (si chiama “pianta” in linguaggio tecnico). Il punto PV (punto di vista) rappresenta la posizione dell’osservatore, Il triangolo azzurro il suo campo visivo (cono ottico, sempre in linguaggio tecnico). F come ho già detto il punto di fuga, davanti a noi sull’orizzonte.
Nel secondo schema abbiamo nuovi elementi. Con Q ho indicato il “quadro” definito così perché rappresenta il foglio sul quale vediamo la stanza in prospettiva. E due nuovi punti F1 e F2 di fuga, ricavati tracciando due linee parallele (di colore verde) ai lati del tavolo che ho girato. Questi due punti sono sempre sull’orizzonte perché la superficie del tavolo è orizzontale come il piano che determina l’orizzonte stesso (abbiamo visto, all’inizio, che passa per i nostri occhi).
Nel prossimo disegno vediamo come appare il tavolo girato. Per quanto detto, il rettangolo che contorna la stanza è il “quadro”.
L’esercitazione Questa volta è “dal vero”.
Seduto vicino al tavolo, su un foglio inizia a disegnare la parete principale che vedi davanti a te. Scegli una parete, tra le quattro, che non sia molto occupata da mobili.
Anche il tavolo apparterrà alla prospettiva… ti faccio l’esempio di come puoi procedere:
– Inizia a disegnare la parete di fronte, traccia l’orizzonte. Poiché sei seduto sarà più in basso rispetto a quello delle persone in piedi che ho tracciato tratteggiato. Ricorda che quest’ultimo passerà più o meno alla metà della parete.
– Sull’orizzonte segna il punto di fuga esattamente avanti ai tuoi occhi.
– Da questo traccia le quattro linee che passano per gli angoli, disegnale con una linea molto leggera. – Poi ripassa il tratto che va dall’angolo alla fine del foglio (le linee rosse sono quelle che rimangono leggere).
– Disegna il tavolo, sempre dopo aver tracciato le linee che vanno al punto di fuga. Puoi anche colorarlo subito, perché la sua superficie può servirti per valutare la grandezza degli oggetti che andrai a disegnare.
– Ho messo due quadri alla parete di sinistra e il piano principale di un eventuale finestra a quella di destra, non copiare metti quello che vedi nella stanza. (La prima volta puoi anche non mettere tutto l’arredo, bastano poche cose.)
– Completa con il colore l’intera esercitazione.
Continuo questa seconda lezione sulla prospettiva con approfondimenti vari.
Quando ci muoviamo in uno spazio cittadino, difficilmente siamo di fronte a un piano principale. Se vogliamo entrare in un negozio, in un portone o in un edificio pubblico il piano principale c’è sicuramente.
Quello che non ci lasciano mai sono l’orizzonte e i punti di fuga. Perché al plurale? Perché quando i piani non sono principali, sono secondari (cioè si allontanano da noi) ognuno ha il proprio punto di fuga, tutti sull’orizzonte. Ed ecco che l’orizzonte, con un po’ di fantasia, ridiventa una retta geometrica con infiniti punti, considerando che ogni piano ha il suo e ogni passante ne ha di propri.
Vedo un bar, da lontano. Mi viene la voglia di bere un caffè.
Quando sono di fronte e decido di entrarci lo vedo così.
Dopo aver sorseggiato un buon caffè, esco dal bar e vado verso la piazza. È lì che troverò tanti punti di fuga.
Eccomi arrivato.
Ho cancellato molte linee di fuga ma le poche rimaste rendono l’idea.
Anche in una stanza i punti di fuga possono essere due, guardando verso un angolo.
Per concludere presento altri due modi di questa “visione” tridimensionale.
La prospettiva con l’orizzonte a terra, chiamata “a occhio di formica” e quella con l’orizzonte molto alto “a volo d’uccello”.
La formica vede un tavolo e una porta.
L’uccello vede una fattoria.
Esercitazione facoltativa. Volendo prova a disegnare dal vero… in casa e fuori.
Buon lavoro.
Ma che bei disegni…tutti fatti con Inkscape?
Grazie del complimento. Se piacciono a te devono essere belli veramente. Sì, tutti fatti con Inkscape. Spiegherò come farli verso le L12/L13 lezioni sul programma grafico. Un abbraccio.
Bene, così magari imparo ad usarlo un po’ meglio…
Bene, così magari imparo ad usarlo un po’ meglio…
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